La Giunta del regolamento del Senato ha deferito alla commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama la questione di un eventuale conflitto di attribuzione da sollevare tra il Senato della Repubblica e la Corte di Cassazione in merito alla vicenda di Eluana Englaro. Secondo i proponenti della mozione, la magistratura si sarebbe sostituita al legislatore laddove vi è un vuoto legislativo.
È del tutto singolare che da una parte il legislatore invochi la separazione dei poteri, ma dall'altra compia una palese invasione di campo cercando di sostituirsi alla magistratura. È del tutto evidente a chiunque, infatti, che la mozione ha come scopo principale quello di spingere la Procura generale di Milano ad impugnare la sentenza della Corte d'Appello che ha riconosciuto ad Eluana Englaro il diritto al rifiuto delle cure.
Ammesso che vi sia un vuoto legislativo, il giudice non poteva non decidere secondo le norme in vigore.
Il tentativo è tanto più maldestro se si considera che il vuoto legislativo in realtà non c'è, in quanto l'articolo 32 della Costituzione sancisce in modo chiaro ed inequivocabile il diritto in questione: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge». Principio ribadito anche dalla Convenzione di Oviedo, sottoscritta dall'Italia nel 2001 ma mai ratificata dal Parlamento.
Ci aspettiamo che la commissione Affari costituzionali rifletta bene prima di procedere in questa direzione, rispettando così quella carta fondamentale, la Costituzione della Repubblica, da cui prende il nome.
Sen. Donatella Poretti
parlamentare Radicale-Partito Democratico