Si può dire e scrivere «Gesù è un bastardo» e «Porco Dio», ma non si può parlare dei preti pedofili. Questa la decisione del Tribunale del riesame di Catania che ha ritenuto illegittima la censura di due forum pubblicati sul sito dell'Aduc.
Il 16 novembre 2006 due forum pubblicati nella sezione “Di' la tua” del sito dell'associazione, in cui i navigatori parlano fra loro liberamente e senza censura, furono sequestrati su ordine della Procura della Repubblica di Catania, dopo segnalazione di don Fortunato Di Noto dell'Associazione Meter Onlus, che lamentava la presenza di bestemmie e offese alla religione cattolica.
Il sequestro significò la censura per centinaia di conferenzieri che vi avevano partecipato. Con i nostri legali -Claudia Moretti ed Emmanuela Bertucci- cominciammo una battaglia per l'affermazione della libertà di espressione, uno dei diritti sanciti dalla nostra Costituzione (art. 21) e da qualsivoglia democrazia occidentale. Furono presentate anche interrogazioni parlamentari a cui non è mai stata data risposta.
Il giudice per le indagini preliminari decise che solo nove, fra le centinaia di frasi pubblicate, erano perseguibili, ma che tutti gli altri interventi dovessero comunque restare sotto sequestro. Nuovi inquisitori che considerano il credo vaticano al pari di una desueta -per i codici- “religione di Stato”. Ma alla fine, dopo il nostro ennesimo ricorso, con sentenza depositata lo scorso 29 giugno, il Tribunale ha dovuto ammettere che si trattava di censura ed ha dissequestrato i forum.
Ma –per restare in argomento religioso– il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Perché i magistrati non hanno ritenuto di dissequestrare i riferimenti alle note vicende di pedofilia che hanno visto protagonisti migliaia di sacerdoti cattolici. Per i magistrati, dunque, della pedofilia dei preti ne possono parlare i media (soprattutto all'estero, per la verità) ma non la gente comune in un forum in Internet.
Probabilmente anche don Fortunato Di Noto, che da anni si affianca alla autorità giudiziaria nella lotta alla pedofilia, non approverebbe le motivazioni del Tribunale di Catania secondo cui queste frasi hanno l'unico scopo di «stimolare e diffondere l'avversione verso il “culto cristiano” e verso coloro che professano tale fede travalicandosi finanche i limiti del buon costume espressamente alludendosi a pratiche pedofile dei sacerdoti». A nostro avviso, invece, si deve sempre poter parlare degli ambienti in cui tali reati vengono commessi, e si deve consentire a chiunque, sconvolto da questi eventi, di esprimere la propria rabbia e disillusione.
Nei prossimi giorni, per meglio affermare la libertà di espressione, depositeremo un ricorso in Cassazione contro questo aspetto del provvedimento.
Intanto i forum li abbiamo ripubblicati nel nostro settore “Di' la tua” e sono consultabili da chiunque.
ADUC
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
Qui la sentenza, gli atti giudiziari e tutti i particolari della vicenda