Quello che da sempre è stato considerato il “salotto buono” di Berlino è finalmente tornato ai suoi antichi splendori. Con l’inaugurazione della nuova Ambasciata Americana, il Pariser Platz [Piazza Parigi] torna a essere, a quasi vent’anni dalla caduta del muro, uno dei luoghi più rappresentativi di una metropoli che, nel giro di due decenni, ha davvero cambiato faccia, come una bella donna che, dopo anni di apatica sciatteria, abbia deciso di rifarsi il trucco e di ricominciare a piacere a se stessa e agli altri. La Piazza Parigi occupa un rettangolo enorme, di ca. un ettaro e mezzo, lungo il cui perimetro sono dislocati edifici di notevole importanza sia sul piano architettonico sia quello della loro destinazione pubblica. Alla piazza si accede attraverso il monumento che è assurto a simbolo della riunificazione tedesca: la Porta di Brandeburgo, con il suo duplice ordine di possenti colonne scanalate, sovrastate da un’imponente quadriga di bronzo.
Proprio dietro la porta, infatti, correva il muro che dal 1961 al 1989 divise la città in due zone sottoposte a due opposte ideologie. Con rammarico dei meno giovani, le nuove generazioni, ovvero i nati nell’ultimo ventennio del secolo scorso, non sanno o non vogliono in media più sapere nulla di quella ferita storica, la cui cicatrice, nonostante la furia edificatoria che – non senza un’evidente ansia di oblio e di recupero – non è ancora (né interiormente né esteriormente) del tutto suturata.
A chi oggi attraversa tranquillamente la Porta di Brandeburgo insieme all’eterno fiume di turisti che senza soluzione di continuità invade la capitale tedesca, è difficile, in effetti, immaginare, a meno che non ne abbia fatta esperienza diretta, che subito dietro le colonne stavano di guardia sulle loro torrette i militari della ex DDR, attenti a impedire che i cittadini della Berlino comunista tentassero clandestinamente di trasferirsi nella zona occidentale. Di questi molteplici tentativi di fuga – a volte anche molto fantasiosi e non di rado pagati con la fucilazione –, rende testimonianza il documentatissimo Museo del Muro sito presso l’allora Check Point Charlie, il punto in cui – previo controllo spasmodico e capillare – ai cittadini dell’Ovest (tedeschi o stranieri che fossero) veniva consentito, a ben precise condizioni, il passaggio all’Est.
Oggi invece attraverso la stessa Porta si entra di nuovo in Pariser Platz, ossia in una sorta di palcoscenico sovradimensionale e polifunzionale, dove la Berlino del 2000 allestisce il nuovo spettacolo di sé, alternando l’uso di quello spazio gigantesco per gli scopi più diversi, che vanno dalle visite di politici e diplomatici ai concerti rock. Fra i molti edifici interessanti che s’affacciano sulla piazza, oltre alle Ambasciate di Francia e Regno Unito, meritano menzione l’avveniristica Akademie der Künste [Accademia delle Arti] e lo storico Hotel Adlon, restituito alla sua originale solennità, uno degli alberghi più prestigiosi ed eleganti della capitale, dove già agli inizi del Novecento, amava scendere la migliore società internazionale.
Gabriella Rovagnati
Qui per una passeggiata virtuale su questa piazza