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Yoani Sánchez. Cubani europei
05 Luglio 2008
 

Dal blog Generación Y

3 luglio 2008

 

 

El turno de los “terceros”

La familia entera está sumida en la búsqueda de los papeles que prueban la procedencia española de los abuelos maternos. Revuelven archivos, interrogan a los que alguna vez fueron vecinos de esa asturiana cascarrabias y del pichón de canario que era su esposo. Ya tienen las certificaciones de nacimiento y las actas de bautismo de todos los tíos y hasta se las han agenciado para colarse en Internet y escudriñar las bases de datos de Ellis Land. Antes de noviembre deben hacer el árbol genealógico probando que son nietos de españoles, “terceros” en una línea de sucesión que podrá garantizarles un nuevo pasaporte.

La Embajada de España en La Habana se está preparando para el tsunami de cubanos que puedan  presentar pruebas de su ascendencia peninsular a finales de este año. Son los descendientes de aquellos que una vez hicieron el viaje hacia esta Isla en busca de mejores oportunidades. Muchos de aquellos inmigrantes de mediados del siglo XX se aplatanaron, perdieron el acento y terminaron por sentirse cubanos. Ahora sus nietos quieren emprender el camino de retorno, empujados por la falta de expectativas y las penurias materiales.

Mi vecino Yampier está entre esos casi tres millones de cubanos interesados en rescatar su estirpe española. Para adaptarse a su nueva condición, ha comenzado a leer la biografía de Juan Carlos y de Sofía, a decir “Madriz” y no “Madrí” -como lo pronunciamos por aquí-. Se ha hecho fanático del Barça y declama fragmentos del Cantar del Mio Cid mejor que muchos peninsulares. En una gaveta ha dejado guardado su pasaporte gris, ese que dice República de Cuba y que es visto con ojos recelosos en todos los aeropuertos del mundo.

En unos años, cuando alguien le pregunte por su origen, dirá algo así como: “una parte de mi infancia y juventud la pasé en Cuba, pero en realidad soy europeo”. Sin embargo, su abuela Asunción y su abuelo Francisco siguen enterrados, tal y como lo desearon, en el Cementerio de Colón de la ciudad de La Habana.

 

Yoani Sánchez

 

 

Il turno dei “terzi”

La famiglia intera è impegnata nella ricerca dei documenti che provano l’origine spagnola dei nonni materni. Mettono sottosopra archivi, fanno domande a coloro che un tempo sono stati vicini a quella asturiana permalosa e a quel piccione del canario(1) che era suo marito. Possiedono già il certificato di nascita e gli atti di battesimo di tutti gli zii e se li sono procurati persino intrufolandosi in Internet per indagare il database di Ellis Land. Prima di novembre devono comporre l’albero genealogico provando che sono nipoti di spagnoli, “terzi” in una linea di successione che potrà garantire loro un nuovo passaporto.

L’Ambasciata di Spagna all’Avana si sta preparando allo tsunami di cubani che alla fine di quest’anno potranno presentare prove delle loro ascendenze peninsulari. Sono i discendenti di quelli che una volta fecero il viaggio verso quest’Isola in cerca di migliori opportunità. Molti di quegli immigrati della metà del secolo XX si ambientarono, persero l’accento e finirono per sentirsi cubani. Ora i loro nipoti vogliono prendere la via del ritorno, spinti dalla mancanza di aspettative e dalle scarsità materiali.

Il mio vicino Yampier è uno dei quasi tre milioni di cubani interessati a riscattare la loro stirpe spagnola. Per adattarsi alla sua nuova condizione, ha cominciato a leggere la biografia di Juan Carlos e di Sofia, a dire “Madriz” e non “Madrí”, come lo pronunciamo qui. Si è trasformativo in un fanatico del Barcellona e declama frammenti del Cantare del mio Cid meglio di molti abitanti della penisola. Ha messo via in un cassetto il suo passaporto grigio, quello che dice Repubblica di Cuba e che viene visto con occhi sospettosi in tutti gli aeroporti del mondo. Tra alcuni anni, quando qualcuno gli domanderà la sua origine, dirà qualcosa come: “trascorsi a Cuba una parte della mia infanzia e della gioventù, ma in realtà sono europeo”. Malgrado ciò, sua nonna Asunción e suo nonno Francisco continuano a essere sepolti, così come desiderarono, nel Cimitero di Colombo della città dell’Avana.

 

Traduzione di Gordiano Lupi



(1) Nota del traduttore: asturiana permalosa e discendente del canario, sono due modi di indicare gli spagnoli delle Asturie e delle Canarie. Piccione del canario, sta per giovane proveniente dalle Canarie.


 
 
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