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Pen Jazz a Monza. 27 e 28 giugno, due serate strepitose
04 Luglio 2008
 

Ogni tanto capita di rileggere sulla stampa o in rete la vecchia storia che il jazz è morto. A giudicare dalle prime due serate del Festival di Monza direi invece che la nostra musica gode di una eccellente salute, mentre avrei qualche apprensione sulle reali condizioni di chi ne scrive. Due le punte di diamante di questo week-end: la straordinaria performance del duo Javier Girotto/Luciano Biondini e l'impatto a dir poco strepitoso del quartetto Tinissima di Francesco Bearzatti. Nel mezzo due altri pregevoli concerti, quali il solo ispirato e ben calibrato di Luca Mannutza al pianoforte e il quartetto di Daniele Tittarelli, bilanciato, espressivo e swingante. Ma la prima serata è dominata dalla fisarmonica dell'inquieto Biondini e dai sax del sempre più convincente Girotto. Tre lunghe improvvisazioni su temi tratti dai due album pubblicati dal duo, un intenso ascolto e scambio reciproco, una fisicità evidente e coinvolgente supportata da delle capacità tecniche di primo piano fanno di questo duo una delle migliori formazioni in circolazione nell'estate jazzistica italiana. Un sottile filo di energia che non ha mai cessato di illuminare un'ora densa di emozione, una musica a cavallo tra più culture, con un anima popolare ed una colta e due interpreti generosi, capaci di darsi e di mettersi in gioco momento per momento. Bellissimo concerto, pieno di grazia, di energia e di fosforo.

La seconda sera vive in funzione del quartetto Tinissima di Francesco Bearzatti, autore di un album che figurerà senza dubbio tra i migliori in assoluto del 2008. Se tanto ho apprezzato l'album, il concerto non ha tradito nemmeno una delle tante piacevoli emozioni che Suite for Tina Modotti mi aveva regalato. Temi di bellezza cristallina, una sezione ritmica impressionante, vera macchina da guerra, e due solisti impegnati a rincorrersi e superarsi. Quello che, esemplificando, indicherei oggi come l'espressione meglio riuscita di un quartetto jazz di livello assoluto. Al momento attuale la formazione di Bearzatti è di gran lunga la proposta più coinvolgente e nuova dell'intera scena italiana ed uno dei gruppi più intriganti e sconvolgenti dell'intero mondo jazzistico. Un'ora di swingante e tachicardica aggressione musicale, una evidente gioia di suonare e di comunicare, temi di immediata quanto magistrale concezione. Bearzatti è un grande musicista ed un notevole compositore. Non perdete l'occasione di ascoltarlo, c'è ben poco in circolazione di questo livello.

 

Roberto Dell'Ava


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