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Fabio Caimmi. Milano. Dove sta andando la Fondazione SCM?
04 Luglio 2008
 

Scuole Civiche di Milano, Fondazione di partecipazione, è nata nel 2000 dall’esternalizzazione delle quattro scuole storiche del Comune di Milano (Cinema, Accademia di Musica,Teatro “Paolo Grassi” e ISIT Istituto Superiore Interpreti e Traduttori) con l’intento di promuovere e far crescere le “scuole d’eccellenza” patrimonio della Città.

Sindacato, lavoratori e studenti hanno recentemente manifestato la loro preoccupazione per la fallimentare gestione del management della Fondazione con un presidio davanti all’assessorato alle politiche del lavoro, denunciando all’Assessore Mascaretti (che ha ricevuto una delegazione di studenti, lavoratori e sindacati) l’allontanamento dagli obiettivi costitutivi della Fondazione a partire dal deficit di prospettive, di indirizzi e di democrazia interna.

Si è chiesto al rappresentante dell’Azionista di maggioranza (a dire il vero “UNICO”) quale controllo eserciti il Comune sulla Fondazione, che utilizza soldi dei cittadini milanesi, visto che in questi otto anni la voce del Comune non si è mai sentita, nonostante i continui appelli a intervenire per l’aggravarsi della situazione.

All’Assessore sono state presentate le “anomalie” della Fondazione.

La prima è che il Consiglio di amministrazione, nominato dalla Giunta comunale (in scadenza nel prossimo mese di agosto) ricopre contemporaneamente il ruolo d’indirizzo e di gestione (ovvero il controllato lo è da sé stesso); il costo del C.d.A. è estremamente alto (si dice intorno ai 400 mila Euro, basti pensare che i membri hanno diritto a ben 70 Euro per pasto, mentre i dirigenti del Comune hanno 35 Euro al giorno!)

Il C.d.A., nella sua autonomia, ha deciso nel 2003 di modificare lo Statuto, creando un mostro di democrazia: viene azzerata la partecipazione, il direttore generale è nominato a vita, i docenti non hanno più voce in capitolo sul piano didattico. Ma, cosa altrettanto grave, è il fatto che il direttore generale è in aspettativa da almeno 5 anni e lavora come consulente presso il Comune di Milano.

Nel frattempo, mentre sono bloccate le assunzioni dei docenti, vengono fatte assunzioni di parenti e amici senza titoli ai quali vengono affidati incarichi, che a nostro parere non adeguati alle loro capacità.

All’Assessore Mascaretti abbiamo fatto presente che non vi è trasparenza nel bilancio. Le stesse considerazioni riportate nel verbale di riunione delle Commissioni consiliari congiunte (n. 15 politiche del lavoro e n. 17 educazione) confermano le nostre valutazioni. La Fondazione SCM si è vista stornare un milione di Euro per aver avuto residui di precedenti bilanci e non aver operato, come previsto dalla convenzione con il Comune, per reperire finanziamenti con l’introduzione di nuovi soci o ricercando sponsorizzazioni. Inoltre, nello stesso documento, si sostiene che «non è chiaro cosa stiano facendo le Scuole Civiche e quale sarà il loro futuro», ma nel frattempo «dovranno essere anche fornite notizie più precise sull’incremento dei costi dei corsi».

A noi risulta che i costi vengono maggiorati del 30–35%, così come non è chiaro come vengono calcolate le ore OFA (ore formazione allievo), che sono la misura per il contributo del Comune.

L’Assessore Mascaretti ha affermato senza ombra di dubbio che non sono stati effettuati tagli ai finanziamenti, così come gli indirizzi sono presenti nel piano generale del Comune, al quale la Fondazione deve riferirsi. Il direttore vicario della Fondazione afferma, in trattativa, che si stanno aspettando gli indirizzi da parte del Comune e che sono stati fatti tagli ai finanziamenti per un ammontare di un milione di euro; da questi tagli deriverebbero le soppressioni di alcuni corsi.

È comunque certo che la Fondazione ha scelto di non cercare nuovi soci (la convenzione prevedeva una riduzione di fondi, dopo il terzo anno di vita, proporzionale al 5% di soci che avrebbero dovuto entrare annualmente nel pacchetto proprietario), di non assumere docenti, scegliendo la strada dei contratti a progetto, di mascherare i costi centrali ridistribuendoli proporzionalmente presso le quattro scuole, che risultano avere dei costi gonfiati.

Gli studenti di musica, in particolare, denunciano la situazione e fanno capire che, a fronte di dichiarazioni non veritiere del direttore (avrete un titolo di studio) e della capacità eccellente dei docenti, a malincuore dovranno lasciare la scuola e indirizzarsi verso il conservatorio per poter domani lavorare in campo musicale.

Da quanto sopra detto deriva una caduta libera della qualità, contro la quale il sindacato e i lavoratori da tempo lottano.

Il Comune ha le sue responsabilità, ma ha il modo di rifarsi: ritornare al vecchio Statuto con l’obiettivo di applicarlo nella sostanza e nello spirito, azzerare l’attuale struttura manageriale dando agli amministratori, che dovrà nominare, indicazioni coerenti con le finalità indicate al momento della costituzione della Fondazione.

Noi valuteremo le intenzioni politiche del Comune dalla qualità delle sue scelte.

 

Fabio Caimmi, CISL FP


 
 
 
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