Venerdì , 22 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Critica della cultura > I Care... communication
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Piero Cappelli: Don Milani e il cattocomunismo
Don Milani
Don Milani 
08 Luglio 2008
 

Don Lorenzo Milani un teorico del cattocomunismo?

Che certi cattocomunisti si siano formati anche alla scuola milaniana è una sicura possibilità. Ma chi di questi lo ha letto e studiato – e se ne vedono gli effetti non ha però appreso le conseguenze di quanto il priore di Barbiana intendeva, scriveva e soprattutto viveva. Che certa sinistra potesse guardare ad una combinazione tra gli ideali socialisti-comunisti con quelli cristiano-cattolici è reale non solo per quei cosiddetti cattocomunisti, ma per molti altri di una generazione di ‘sinistri’ oramai stravolta da altre logiche, sia socio-economiche, sia morali. La sinistra in genere, cioè quella più moderata e non solo, che guardava agli ideali cristiani e cattolici con i quali potersi sposare per dar vita ad una nuova società ‘etica’ dove il senso del ‘servizio’ era considerato fondamentale, è oramai venuta meno. Oggi quel che fa notizia dalla sinistra è per lo più monopolizzato da personaggi che hanno oramai abbandonato posizioni di un’etica di servizio e hanno abbracciato invece una prospettiva soggettivo-capitalistica dove le scalate finanziarie, come le cordate economico-aziendali sono nel loro programma personale e di partito più che mille altre idee, perché si sono adeguati al sistema e sanno che non “farebbero strada” se attuassero don Milani.

Ma questi, di don Lorenzo Milani, hanno solo letto e forse lo anche capito ma hanno compreso che non è la strada giusta quella del priore di Barbiana: troppo difficile, troppo dura, troppo perigliosa. Non ne vale la pena, non è adatta, non serve per raggiungere il potere. Bisogna trovare altre strade più congeniali al sistema che premia – secondo le logiche di questo mondo –, chi si fa strada anche con i gomiti, i pugni. Dove i colpi bassi sono quelli che maggiormente vanno a segno anche se poi alla fine se ne fanno anche le spese, ma è bene giocare il tutto per tutto: il gioco per loro vale la candela e quindi bisogna conquistarlo questo ‘potere’ che logora soprattutto chi non ce l’ha, secondo il pensiero di antica memoria andreottiana.

Mentre Veltroni intitolava (per immagine e non per consistenza e qualità…) il congresso del Lingotto del 2000 del suo partito al famosissimo e strumentalizzatissimo detto milaniano «I Care», dall’altra chi stava in quel partito dietro un riferimento anche a don Lorenzo, come il movimento dei Cristiano Sociali, scompariva dalla mappa politica del partito ex-post-comunista come ‘coscienza critica’ e ‘accettava’ una denominazione culturale, con un assorbimento totale nei Ds dove la loro visibilità sfociava in incarichi politici e di partito e in una serie di seggi in Parlamento. E questo, di appena sei anni fa, è solo un esempio…

Ciò che però non lega i cattocomunisti a don Milani, sono proprio le conseguenze.

La proposta milaniana non guardava al potere né a quella di coniugare comunismo e cattolicesimo: le due ‘chiese’ non potranno mai ‘unirsi’ l’una con l’altra, se non per un istrionismo singolare, perché nessuna vorrà mai portare tutti e due i cappelli della ‘rivoluzione’, in nome del ‘popolo’ e di Gesù Cristo. Era proprio quest’ultimo il vero ed unico Dio per don Lorenzo Milani. Era questa la ragione ultima della sua vita, della sua vocazione, del suo farsi, perché era già prete dentro il suo cuore e dentro la sua anima: servire gli ‘ultimi’ in quei ragazzi di Barbiana dove era andato a scontare le pene di un sistema ecclesiastico che non tollerava ‘avanzate’ e prospettive di passione umana e spirituale che si facessero carne vera nella povera gente.

Sì. Perché è stato proprio il suo amore per la gente più povera verso la quale voleva che la Chiesa rivolgesse il suo sguardo e la sua attenzione senza mai desistere da quella ‘zona’ del società che invece molti politici della sinistra italiana hanno oramai abbandonato lasciando tutto in mano al volontariato, alle ‘coccarde’, ai ricordi.

Don Lorenzo non risparmiava nessuno per la sua autenticità di uomo e di cristiano. Non accettava ‘diplomazie’ e compromessi, se non fossero all’insegna dell’amore concreto, vissuto e condiviso, del bene per chi era ‘povero’, dando se stesso, mettendosi in gioco. Ma non il povero solo in senso economico e sociale, quanto per quello evangelico, delle Beatitudini. Che è più complesso e difficile da digerire di quello dello sfamare e del fare l’elemosina. È per questa prospettiva di ‘missione’ che don Lorenzo ha rinunciato a tutto: «fai strada ai poveri senza farti strada».

E dove troviamo, tra i politici della sinistra del nostro tempo – forse con alcune eccezioni –, una logica del genere vissuta nella politica di partito e parlamentare, compresi i cosiddetti ‘cattolici’ di centro? È solo quando ci si gioca la ‘pelle’, la propria – successo, immagine, soldi, prestigio…  che allora prende significato e senso una politica delle Beatitudini. Dove il Vangelo si fa ciccia, nella storia del quotidiano e non solo nell’eccezionale della festa.

La politica delle Beatitudini oggi come oggi non esiste. E tanto meno quella delle curie, sia ecclesiastiche sia politiche e sociali.

Don Lorenzo Milani ha sì predicato al mondo anche politico dei cattocomunisti, ma ha predicato soprattutto ai suoi confratelli nella fede per far loro capire che la scelta di vita del ‘povero’ di quello ‘beatificato’ nelle Beatitudini deve essere abbracciata e condivisa oggi e sempre al di là di quello che la politica (arte del possibile…) può o non può combinare.

«Caro Pipetta, fratello», scriverà nel 1950 don Milani ad un giovane parrocchiano comunista di San Donato nella prospettiva di una sua vittoria, «quando per ogni tua miseria io patirò due miserie, quando per ogni tua sconfitta io patirò due sconfitte, Pipetta quel giorno, lascia che te lo dica subito, io non ti dirò più come dico ora: “Hai ragione”. Quel giorno potrò finalmente riaprire la bocca all’unico grido di vittoria degno di un sacerdote di Cristo: “Pipetta hai torto. Beati i poveri perché il Regno dei Cieli è loro”. Ma il giorno che avremo sfondata insieme la cancellata di qualche parco, istallata insieme la casa dei poveri nella reggia del ricco, ricordatene Pipetta, non ti fidar di me, quel giorno io ti tradirò. Quel giorno io non resterò là con te. Io tornerò nella tua casuccia piovosa e puzzolente a pregare per te davanti al mio Signore crocefisso. Quando tu non avrai più fame né sete, ricordatene Pipetta, quel giorno io ti tradirò. Quel giorno finalmente potrò cantare l’unico grido di vittoria degna d’un sacerdote di Cristo: “Beati i… fame e sete”».

 

Piero Cappelli

già Direttore della rivista di cultura milaniana I Care


Articoli correlati

  Gordiano Lupi. “Tifosi interisti per sempre” a cura di Alberto Figliolia
  Piero Cappelli: oltre la morte: l’eternità ci appartiene
  Piero Cappelli: Nel ‘Vietnam’ afghano i morti valgono più di quelli in terra italiana?
  Piero Cappelli: Lo scandalo dello scandalo: le nostre armi nel mondo
  Piero Cappelli: La casta Ecclesiasticae, lo "scisma silenzioso" nella Chiesa
  Piero Cappelli – Il fallimento della morale: Cicciolina + Marrazzo + Berlusconi...
  Piero Cappelli: Dopo 45 anni dal Concilio vaticano II ormai dimenticato...
  Piero Cappelli: Piove? No... Ma è lo stesso. Governo ladro.
  Gianni Baget Bozzo - Piero Cappelli: "Due lettere sul Vaticano II e l’attuale papato"
  Piero Cappelli: La restaurazione della liturgia di Pio V. Messa in latino.
  Piero Cappelli: Una cultura del turismo in Italia
  Mauro Raimondi. “Tifosi Interisti per sempre”
  Piero Cappelli: Morale Privata & Affari Pubblici
  Piero Cappelli: Persona Umana & Culture
  Piero Cappelli – Internazionale a Ferrara (2). Economia e Conflitti nel mondo
  Piero Cappelli al Festival di Internazionale a Ferrara (1): ottimo risultato! Ma…
  Piero Cappelli: Atei alla riscossa, Chiesa in difesa. Ma dove siamo?
  Piero Cappelli: “Cosa ne penserebbe oggi Don Milani?” Lettera aperta a Walter Veltroni
  Piero Cappelli: Napolitano & Spinelli
  Piero Cappelli: Classe dirigente nazionale e locale
  Piero Cappelli: D’Alema e Veltroni battuti a Firenze. È l’inizio di una nuova politica?
  Piero Cappelli: La mancanza di un'alternativa. Elezioni 2008
  Piero Cappelli: Ritornando dopo aver scritto un libro sulla Chiesa-casta
  Piero Cappelli: Ciao Gianni! AdDio… caro Amico e Padre spirituale
  Piero Cappelli - Anteprima: “Lo scisma silenzioso” tradotto in portoghese, in Brasile
  Cristina Cappellini. Di sole non ce n'è mai abbastanza
  Carlo Forin: Recuperar la pausa per tornar cittadini. Primarie e PD
  Piero Cappelli: Poveri unitevi, anzi ribellatevi! Ma come?
  Piero Cappelli: Come intendo "I Care... communication"
  Piero Cappelli: Vi segnalo da Alba Magica: Rivolte per la crisi. Islanda e Svizzera.
  Piero Cappelli. Dopodomani, che futuro avremo noi italiani?
  Piero Cappelli: Lamentarsi non basta più. Lavoriamo per noi... per ciascuno di noi!
  Piero Cappelli: Sacco & Vanzetti. Uccisi due volte, ieri e oggi.
  Piero Cappelli: Come costruire il dopo-Veltroni, per battere il dopo-Berlusconi?
  Velletri. 2° Incontro Orchestrale Europeo Giovani Chitarristi
  Piero Cappelli: La coscienza dell’occidente e le chiese nel XXI secolo post-cristiano
  Piero Cappelli: Sulle elezioni, sulla sinistra da ripensare
  Piero Cappelli: Essere genitori ed essere figli: Quando ce ne accorgiamo? Letture per gli studenti
  Piero Cappelli: È la fine di un mondo ‘capitalista’?
  Piero Cappelli – Dal Che’ al Cia’: come si evolve il kult...
  Piero Cappelli : L’opinione pubblica e la Chiesa
  Piero Cappelli: La Chiesa del futuro.
  Piero Cappelli – “Lo scisma silenzioso” (citato da Vito Mancuso su Repubblica) e il dialogo con il mondo del dissenso critico
  Piero Cappelli: Crisi. Dal capitalismo alle armi, da Bankitalia a Goldman Sachs
  Piero Cappelli: Lettera aperta al Papa-teologo Benedetto XVI
  Piero Cappelli
  Don Oreste Benzi: Devozione e Rivoluzione
  Piero Cappelli: Chiesa e linguaggio
  Gianni Baget Bozzo - Piero Cappelli: "Sinistra postconciliare e Chiesa Corpo Mistico"
  Piero Cappelli: Birmania, i monaci fulcro storico della liberazione.
  Piero Cappelli: Come salvare questo mondo?
  Piero Cappelli: Quando la Vita va avanti... dopo la morte del commissario Calabresi.
  Milva Maria Cappellini. “L'ultima sposa di Palmira” di Giuseppe Lupo
  Piero Cappelli: Pedofilia, Chiesa e censura. Perché?
  Piero Cappelli: Scuola di Barbiana. Il metodo di scrittura collettiva.
  Gianni Baget Bozzo - Piero Cappelli: Chiesa per i giusti o per i peccatori? Due lettere.
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.7%
NO
 29.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy