È diventato un rischio accendere il televisore o leggere il giornale; rischio di perdere la ragione di fronte a proposte decisamente oltraggiose per la morale fatte da chi crede che il potere gli dia il diritto di formulare qualsiasi oscenità. È sotto gli occhi di tutti il malessere di un paese che non ce la fa contro i tagli, il carovita, la mancanza di lavoro, le furberie di chi opera esclusivamente per il proprio tornaconto; aumenti, raggiri, menzogne caratterizzano il nostro vivere quotidiano; viviamo tutti costipati nello stesso calderone e affoghiamo nei rifiuti radioattivi; anneghiamo in un mare incontenibile di problemi e in questo marasma chi può tenta in maniera subdola di distogliere la nostra attenzione con la caccia alle streghe: non bastava la devastazione dei campi rom, ora si propone di prendere le impronte digitali ai bambini rom come se questo fosse un rimedio contro il male. Quando e come siamo caduti così in basso? Chi può arrogarsi con tanta faciloneria il diritto a formulare tali proposte lesive della nostra cultura e della nostra civiltà, forse proprio chi manca della conoscenza dei principi su cui poggia la storia del nostro paese. La violenza contro l’infanzia è l’atto più scellerato che una persona possa pensare e commettere; storicamente è un ritornare indietro paurosamente, senza rimedio; ho ascoltato con riverenza alla televisione Amos Luzzato che con emozione ha raccontato la sua esperienza di adolescente escluso dal ginnasio, dopo una prova brillante e che fermo davanti alla scuola, che a merito avrebbe dovuto frequentare, sentire gli altri ragazzi che uscendo da scuola lo additavano dicendo “è un giudeo!”; marchi che segnano per tutta la vita.
Questa è una retrocessione senza giustificazioni; non si può sorridere impunemente al popolo con falsi rimedi, il popolo memore del suo passato non può ignorare e diventare facile preda, anche se ci si impoverisce sempre di più, la povertà più insidiosa è quella dello spirito che non possiamo né cedere né barattare. L’invito è di compattarci e rinsavire da questa follia che denota la perdita della nostra identità di popolo che ha saputo sopportare ogni angheria in un passato non lontano, che ha dato la vita per dare un futuro migliore ai propri figli, un popolo che mi rifiuto di pensare a seguito del carro del vincitore, incatenato e illuso da promesse che mai saranno realizzate da chi non conosce la storia e i problemi reali del paese o ancora peggio volutamente li ignora; un popolo che si avvia verso una povertà che divarica sempre più la fascia di chi sorride perché ha e avrà sempre di più e di chi perde tutto e nulla avrà. Perché non pensiamo a sanare i nostri problemi reali e lasciamo che l’infanzia faccia il suo corso? Questa proposta, e speriamo che non trovi seguito, toglie il sonno e annebbia il pensiero. Diceva Gesù “Lasciate che i pargoli vengano a me” e certamente in essi erano compresi anche i bimbi rom insieme ai nostri e a quelli di chi formula tali proposte e che mai vorrebbe per sé.
È irrimediabilmente povero chi pensa certe proposte come rimedi, povero perché incapace di vedere e affrontare i problemi reali del paese; povero perché gonfio di tracotanza opera con altri incuranti del lerciume che ci circonda a tutti i livelli. Lo scrivere diventa un mezzo per sfogare rabbia e risentimento, per condividere un pensiero, un invito a riflettere insieme. Tellusfolio consente di veicolare ciò che ognuno sente in un confronto libero e costruttivo.
Anna Lanzetta