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Liceo Scientifico B. Russell: Studium et Ludus. Dall’informe alla parola: l’evento della poesia. (3)
30 Giugno 2008
 

MENTRE TUTTO SCORRE(1)

 

Parla in fretta
e non pensar
se quel che dici
può far male
perché mai
io dovrei
fingere
di essere fragile
come tu mi (vuoi)
(vuoi) nasconderti
in silenzi
mille volte
già concessi
tanto poi
tu lo sai
riuscirei
sempre a convincermi
che tutto scorre

usami
straziami
strappami l’anima
fai di me
quel che vuoi
tanto non cambia
l’idea che ormai
ho di te
verde coniglio
dalle mille
facce buffe

e dimmi ancora
quanto pesa
la tua maschera
di cera
tanto poi
tu lo sai
si scioglierà
come fosse neve al sol
mentre tutto scorre

usami
straziami
strappami l’anima
fai di me
quel che vuoi
tanto non cambia
l’idea che ormai
ho di te
verde coniglio
dalle mille
facce buffe

sparami addosso
bersaglio mancato
provaci ancora
è un campo minato
quello che resta
del nostro passato
non rinnegarlo
è tempo sprecato
macchie indelebili
coprirle è reato
scagli la pietra chi è senza peccato
scagli la pietra chi è senza peccato
scagliala tu perché ho tutto sbagliato

usami
straziami
strappami l’anima
fai di me
quel che vuoi
tanto non cambia
l’idea che ormai
ho di te
verde coniglio
dalle mille
facce buffe

 

 

 

Ho scelto come testo una canzone perché penso sia la forma di poesia più moderna e vicina a noi giovani. La musica, insieme alle parole, ci permette a volte di evadere, altre volte di esprimere ciò che proviamo. Proprio come una poesia, una canzone ci fa emozionare e ci induce a rivivere le sensazioni più remote, seppellite nella mente.

Sono rimasta subito colpita dal primo verso: «Parla in fretta/ e non pensar/ se quel che dici/ può far male/». Forse perché è proprio ciò che mi riesce difficile fare: sia per quanto riguarda il parlare velocemente - spesso mi dicono che sono troppo lenta - e sia perché, quando sono insieme agli altri, mi preoccupo sempre troppo di non ferire l’interlocutore. Tutto ciò spesso fa sì che chi mi circonda mi percepisca fragile ed insicura, molto più di quello che in realtà sono.

È stato abbastanza semplice per me, in passato, fingere ed apparire come i genitori, gli amici, i professori mi volevano. E nascondermi dietro a lunghi silenzi, che mi erano concessi soprattutto perché in fondo nessuno li notava.

Tuttavia mi rendevo conto che il mio atteggiamento era sbagliato e sono riuscita nel tempo a convincermi che per cambiare le cose, le parole servono molto più dei silenzi.

Chi non si è mai sentito usato, straziato dalle persone che lo circondano?

Spesso noi ragazzi ci buttiamo via, ci lasciamo strumentalizzare, e poi proviamo rancore verso chi ci ha in qualche modo abbindolato. Per evitare di sentirci feriti, allora, mettiamo una maschera, che - se da un lato ci protegge - dall’altro frantuma la nostra più vera personalità.

Ma prima o poi essa si scioglierà come la neve riscaldata dal sole. Non è possibile nascondersi per tutta la vita.

Il sole, per me, rappresenta le persone che mi vogliono bene, che mi amano per quello che sono e dalle quali non devo nascondermi. Proprio loro mi aprono gli occhi e mi fanno capire che è una perdita eccessiva di energia avere paura dei giudizi altrui.

Il tempo scorre, ed in fretta. Il mondo va avanti e le cose cambiano, anche se sto ferma.

Ogni giorno subisco le critiche altrui, ogni giorno è una sfida restare in piedi e non lasciarmi abbattere dalla cattiveria e dall’aggressività di chi mi sta accanto.

«Sparami addosso/ bersaglio mancato/»: devo reagire, non devo permettere agli altri di sopraffarmi.

Vivo in un campo minato, i giudizi sono le mine nascoste sotto terra. Basta un passo dalla parte sbagliata perché esplodano e mi facciano del male.

Forse arriverò a rinnegare qualcosa che ho fatto in passato, tenterò di giustificarmi e non capirò che sto sprecando tempo. Cercherò di barare, magari dirò bugie per celare sbagli ed errori.

Per sfuggire alle mine, per salvare la pelle.

Ma non è questa la strada giusta.

E allora: «scagli la pietra chi è senza peccato» o per meglio dire, chi crede di essere senza peccato. Così: «scagliala tu (…)» che ti credi migliore di me.

La cosa che mi colpisce di più della poesia, vorrei aggiungere, è la libertà di interpretazione. È la possibilità di riconoscere se stessi nelle parole altrui. Nelle parole del poeta, che danno voce al sentire universale.

 

Floriana Frisan, Liceo Scientifico “B. Russell”

 

(1) Negramaro, “Mentre tutto scorre”, in Mentre tutto scorre, 2007.

 

 

 

I GOT LIFE(2) 

 

I got life, mother
I got laughs, sister
I got freedom, brother
I got good times, man

I got crazy ways, daughter
I got million-dollar charm, cousin
I got headaches and toothaches
And bad times too
Like you

I got my hair
I got my head
I got my brains
I got my ears
I got my eyes
I got my nose
I got my mouth
I got my teeth
I got my tongue
I got my chin
I got my neck
I got my tits
I got my heart
I got my soul
I got my back
I got my ass
I got my arms
I got my hands
I got my fingers
Got my legs
I got my feet
I got my toes
I got my liver
Got my blood

I got my guts (I got my guts)
I got my muscles (muscles)
I got life (life)
Life (life)
Life (life)
LIFE!

 

 

Ho la vita

(Liberamente tradotto)

 

Ho la vita, mamma
Ho il sorriso, sorella
Ho la libertà, fratello
Ho bei momenti, amico

Ho un comportamento strano, figliola
Ho un fascino irresistibile, cugino
Ho mal di testa
Ho mal di denti
E anche brutti momenti, come voi

Ho i capelli,
Ho una testa,
Ho un cervello,
Ho le orecchie,
Ho gli occhi,
Ho un naso,
Ho una bocca,
Ho i denti,
Ho una lingua,
Ho un mento,
Ho un collo,
Ho il petto,
Ho un cuore,
Ho un’anima,
Ho una schiena,
Ho un culo,
Ho le braccia,
Ho le mani,
Ho le dita,
Ho le gambe,
Ho i piedi,
Ho gli alluci,
Ho un fegato,
Ho il sangue,

Ho la vita, mamma
Ho il sorriso, sorella
Ho la libertà, fratello
Ho bei momenti, amico
Ho un comportamento strano, figliola
Ho un fascino irresistibile, cugino
Ho mal di testa
Ho mal di denti
E anche brutti momenti, come voi

Ho i capelli,

Ho una testa,

Ho un cervello,

Ho le orecchie,

Ho gli occhi,

Ho un naso,

Ho una bocca,

Ho i denti,

Ho una lingua,

Ho un mento,

Ho un collo,

Ho il petto,

Ho un cuore,

Ho un’anima,

Ho una schiena,

Ho un culo,

Ho le braccia,

Ho le mani,

Ho le dita,

Ho le gambe,

Ho i piedi,

Ho gli alluci,

Ho un fegato,

Ho il sangue,

Ho le viscere (Ho le viscere),
Ho i muscoli (muscoli),
Ho la vita (vita),
Vita (vita),
Vita (vita),
VITA!

 

 

Il testo di questa canzone è tratto dal film Hair di Milos Forman.

Il protagonista, Claude, è un giovane campagnolo statunitense dell'Oklahoma, chiamato alle armi durante la guerra nel Vietnam.

Trasferitosi per un breve periodo a New York, al fine di trascorrere gli ultimi giorni di libertà visitando la città, conosce un gruppo di Hippies pacifisti composto da Berger, Jeannie, Hud e Woof.

Innamoratosi a prima vista di una ricca ed altezzosa ragazza di nome, viene aiutato dai nuovi amici a conoscerla e a conquistarla. Sotto la guida di Berger, Claude si avvicina al mondo degli stupefacenti, al valore della libertà assoluta e accresce il senso dell’amicizia.

Il giovane decide però di recarsi comunque al campo di addestramento, lasciandosi alle spalle un mondo per lui nuovo ed affascinante.

Dopo alcuni mesi gli amici, che sentono la sua mancanza e desiderano anche fargli riabbracciare per l’ultima volta Sheila, raggiungono il soldato al campo.

Per permettere a Claude di uscire dalla zona militare ed incontrare i compagni, dato lo stato di allarme per la guerra, Berger prende il suo posto di recluta.

In questo breve lasso di tempo il campo viene evacuato ed i militari sono rapidamente trasportati a bordo di un aereo diretto in Vietnam.

Il pacifista Berger è costretto così, suo malgrado, a dover combattere in una guerra nella quale non crede, per evitare all’amico disertore la corte marziale.

Berger sarà una delle innumerevoli vittime del conflitto.

Nella scena relativa a questa canzone, Berger ha appena convinto Claude a partecipare, senza invito, ad una festa organizzata da Sheila. Circondato da persone snob e superficiali, Berger vorrebbe solamente poter restare nella casa, insieme all’amico, per qualche minuto e dare la possibilità a Claude di vedere la ragazza, così che egli possa avere, quando sarà in guerra, una bella immagine da ricordare. Ma Berger non viene ascoltato ed è invitato ad andarsene.

Così Berger, cantando il brano I got life mentre balla su un tavolo imbandito e decorato per la festa, ricorda a tutte le persone presenti che se alcuni oziano e si divertono, altri, come Claude, vanno in guerra e rischiano la vita...

Questa canzone è una protesta contro la discriminazione socio-economica. Mette inoltre in risalto il principio dell’uguaglianza di tutti gli uomini, al di là delle differenze di censo e di cultura.

 

Andrea Natali, Liceo Scientifico “B. Russell”

 

(2) “I got life”, in Hair, di Milos Forman, 1979, da Treat Williams.

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

Saggi, raccolte di poesia, romanzi

Giordano Bruno, Poi che spiegat'ho l'ali al bel desio, in www.filosofico.net/furori.htm

Gustavo Pietropolli Charmet, I nuovi adolescenti. Padri e madri di fronte a una sfida, Raffaello Cortina Editore, Milano 2000

Thomas More, Utopia, La Biblioteca di Libero, Giunti, Firenze 2003, pag.115-116

Jacques Prévert, Le foglie morte, a cura di Maurizio Cucchi, Ugo Guanda, Parma 1980

Elisabetta Rasy, l’estranea, Rizzoli, Milano, 2007

Patrizia Valduga, “Vieni, entra e coglimi, saggiami provami”, in The Love book, Le più belle poesie d’amore di tutti i tempi, Oscar Mondadori, Milano 2003, pag. 134

Nicola Volpe, “Che ne sai tu che mi giudichi” in (a cura di) Vincenzo Samà, Il viaggio delle nuvole, tempolibro, Milano 1977

 

Libri biblici

1 Cor 13, 4-8

 

Musiche e canzoni

Francesco Guccini, Giuseppe Dati (musica di Giuseppe Dati e Goffredo Orlandi), “Don Chisciotte”, in Stagioni, 2000

Fabrizio Moro, “Pensa”, in Pensa, 2007

Treat Williams, “I got a life”, in Hair di Milos Forman, 1979

Negramaro, “Mentre tutto scorre”, in Mentre tutto scorre, 2007

Ornella Vanoni (testo di Giorgio Calabrese), “Domani è un altro giorno”, musica di J. Chesnut, 1971

 

Film

I passi dell'amore di Adam Shankman, 2002

Hair, di Milos Forman, 1979

 

Videoclip

Marco Risi, “Pensa” di Fabrizio Moro, 2007

 

Siti Internet

www.filosofico.net/furori.htm

www.unoenessuno.blogspot.com


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