Oggi ho depositato un'interrogazione per sapere quali iniziative il Ministro intenda adottare affinché le tecniche di anestesia durante il parto vengano incluse fra le prestazioni garantite e gratuite nei livelli essenziali di assistenza (LEA) del Servizio Sanitario Nazionale.
In Gran Bretagna e Francia l'anestesia epidurale viene utilizzata dal 70% delle partorienti, dal 90% negli Usa, mentre in Italia, da stime dell'Istat risalenti al 2001 (altro non c'è!!), si rileva che solo per l'11,2% dei parti spontanei è stata utilizzata l'anestesia (per il 7,2% locale, per il 3,7% epidurale).
Questo avviene soprattutto perché, non essendo tuttora previsto il controllo del dolore nel travaglio e nel parto tra i livelli essenziali di assistenza del SSN, la decisione se offrire questo servizio è lasciata alla buona volontà delle ASL e delle Regioni, con questi risultati disastrosi.
Nella prospettiva di evitare il dolore, in Italia sempre più partorienti chiedono il taglio cesareo, per cui questi parti sono il 38% sul totale (dati 2007, con un picco del 60% in Campania): il dato più alto tra i Paesi europei e ben oltre il doppio di quello del 15% raccomandato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, considerato che la mortalità per la madre è da 2 a 4 volte superiore rispetto al parto naturale.
Questa situazione diventa ancor più incomprensibile se consideriamo i costi: la degenza di 2-3 giorni del parto naturale -anche con analgesia epidurale- passa a 5-7 col cesareo.
Ma ciò che è ancora più incomprensibile è che la revisione dei LEA è già stata affrontata con il DPCM del 23 aprile 2008, che stabilisce (art. 37, comma 3): «Il Servizio sanitario nazionale garantisce le procedure analgesiche nel corso del travaglio e del parto vaginale […]». Ma lo scorso 25 giugno, il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, in audizione in Commissione Affari Sociali alla Camera, ha riferito che i nuovi Lea voluti dall'ex Ministro della Salute Livia Turco non esisterebbero perché la Corte dei Conti non li ha registrati.
Fino a quando il decreto sui LEA rimarrà bloccato, saranno molte le donne che continueranno a partorire con dolore loro malgrado, o a ricorrere, anche quando sarebbe evitabile, al parto cesareo. Insomma, tanto vale a questo punto rettificare il testo biblico: “Donna italiana, partorirai con dolore, o con grande spesa da parte del SSN”. Ma chi ci guadagna da questa situazione?
Donatella Poretti
Qui il testo dell'interrogazione