È auspicabile che la crescita di ognuno di noi sia il risultato pur difficile di un conseguimento di equilibrio tra l’emozionalità e la logica che non voglio chiamare razionalità… in quanto è alla logica che appartengono la volontà di comunicazione e di trasferimento dell’io e l’ascolto dell’altro... la razionalità invece non necessariamente presuppone questo atteggiamento ed è molto più facile e meno dolorosa. Evita percorsi di confronto, facilita una realtà sociale piatta anche se competitiva, uniforme e omologata, sbarra le emozione o addirittura le reprime come unico mezzo per affrontare la vita.
In questo modo il più grande e meraviglioso dono che abbiamo,la pienezza del sentire, viene parzializzato e non riconosciuto fino ad “inchiavardarlo” per non usare il termine più obsoleto di “male di vivere”.
Comprimere per motivi vari, l’emozione e il sentire,spacca l’io, lo degenera e lo rende fragile e questuante dimentico del fatto che quando si chiede l’elemosina non si sceglie: da chi viene, viene. In realtà l’arte come creatività, in qualsiasi campo approdi, fu perseguita da tutti i sistemi politici e storici delle dittature e in modo miope tollerata da democrazie “deboli” in quanto destabilizzante.
La poesia è in particolar modo vittima ormai da anni dello scollamento e delle distonie sopra citate. Diagnosticata come sentimentalismo, solipsismo, poco insegnata nella crescita adolescenziale se non negli schemi base ormai rosi dagli anni e dalla ripetitività, è relegata ed attribuita allea “stranezza” di pochi.
La poesia è invece, dall’accezione greca, sinonimo del verbo “costruire”.
Costruire se stessi, per se stessi e gli altri.
Cosa la differenzia dalla psicanalisi?
Tranne che nel metodo, assolutamente in niente. L’autore che pubblica esprime se stesso e offre la sua parola agli altri, lo psicanalista, dal vissuto estrapola l’emozionale e costruisce l’equilibrio di cui parlato sopra.
È della psicanalisi infatti il compito di rimuovere un vissuto emozionale compresso e non rielaborato e quindi poco realizzante. Si arriva con paura e coraggio dal terapeuta… quando non è possibile più ignorare,quando la mente affastella disagi su disagi e faticosamente il confronto conduce all’emozione, alla presa di coscienza, al dare voce al silenzio, a costruire, così come la poesia insegna dal suo nascere. Per questo e ne sono convinta, i due mondi (logico ed emozionale) possono condurre insieme ad una sana formazione dell’esprimersi anche fuori dalle convenzionalità in una modalità espressivo-logica che funga da contenitore ai forti sentimenti.
Con ciò non voglio asserire che tutti debbano essere poeti o che tutti debbano andare dal terapeuta, molti potranno attraversare la vita in mille modi soddisfacenti e pieni.
Tutti però possono vivere nel loro travaglio… momenti di sincerità con se stessi e con il loro vissuto senza essere riluttanti a leggere un verso anche se può far male, magari traendone spunto per una riflessione propria, per lasciare libera un’emozione che potrebbe tornare a galla e vivificare qualcosa che è morto dentro. Ciò vale a qualsiasi età ma soprattutto è basilare per la crescita dei giovani. Ognuno deve prendersi la sua parte in quanto sta succedendo nel mondo dei nostri ragazzi e la mancanza di empatia o dis-patia di cui tutti gli esperti parlano, forse risiede in questo dimenticatoio in cui, tutti correi, abbiamo blindato i loro sentimenti.
Patrizia Garofalo
Nota Biografica
Patrizia Garofalo è laureata in lettere classiche.
Ha scritto cinque libri di poesie prefati da noti poeti, tra cui Giorgio Caproni e Paolo Ruffilli.
Ha organizzato spettacoli di teatro e “dramatizzazione” di testi anche presso la Polivalente di Ferrara e Bologna.
Da diversi anni oltre alla poesia si occupa di recensioni, critica letteraria e presentazioni di noti autori in varie città.
È stata pubblicata su varie riviste sia cartacee che web. Assieme a Gordiano Lupi conosce profondamente e si adopra per la diffusione in Italia della poesia cubana.