Condannato penalmente da un tribunale della Repubblica lo storico Carlo Ruta per il reato di «stampa clandestina», reo di aver curato il sito internet di documentazione storica e sociale accadeinsicilia, già oscurato d’autorità.
È avvenuto un fatto gravissimo, che potrà avere effetti devastanti per la libertà di espressione sul web in Italia.
Carlo Ruta è stato condannato a una pena pecuniaria, per «stampa clandestina», solo per aver gestito un sito di documentazione storica e sociale, in sostanza un normalissimo blog, di cui peraltro era stata comprovata, dalla polizia postale di Catania, cui era stato conferito l’incarico degli accertamenti, la non periodicità regolare.
L’incredibile sentenza penale è stata emessa dal giudice Patricia Di Marco, presso il Tribunale di Modica, dietro denuncia presentata dal magistrato Agostino Fera, noto alle cronache per le censure di cui è stato fatto oggetto da diversi parlamentari della Repubblica, da Giuseppe Di Lello al presidente dell’Antimafia Francesco Forgione, in relazione alla gestione dell’inchiesta giudiziaria sul caso del giornalista Spampinato.
Una sentenza del genere, che reca riscontri soltanto in Cina e in qualche nazione a regime dittatoriale, per le leggi che vigono nel nostro paese è un'assurdità. Costituisce un attacco frontale al mondo del web, alla democrazia, ai diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione. È quindi importante che le realtà delle reti, le sedi dell’informazione, le espressioni del paese civile rispondano con la massima determinazione.
Giovanna Corradini
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