Fidel Castro afferma che la blogger cubana Yoani Sánchez, Premio “Ortega y Gasset” di Giornalismo digitale in Spagna, compie «manovre sotterranee e produce stampa neocoloniale». Questa sorprendente dichiarazione è stampata nell’introduzione al libro Fidel, la Bolivia e altro, uscito il 4 giugno e diffuso in tutta Cuba.
Castro si lamenta che alcuni giovani cubani sono «inviati speciali per realizzare manovre sotterranee e stampa neocoloniale per conto dell’antica metropoli spagnola che li premia».
Il leader cubano critica le dichiarazioni di Yoani Sánchez dopo che si è vista negare il permesso di recarsi in Spagna per ricevere il premio assegnato dal quotidiano El País per il blog Generación Y, critico verso il sistema cubano.
Yoani Sanchez non è una dissidente, non ha un programma o un colore politico, perché «questa è una caratteristica della mia generazione e del mondo attuale: adesso le persone non si definiscono più di sinistra o di destra, sono concetti sempre più obsoleti».
«Le affermazioni della blogger - immediatamente divulgate dai potenti media dell’imperialismo - sono gravi, ma ancora peggiore è la generalizzazione che fa di tutta la gioventù cubana» scrive Castro.
Il leader maximo scrive che il premio assegnato a Yoani sarebbe «uno dei tanti riconoscimenti che l’imperialismo concede per portare acqua al suo mulino». Per Castro la sola cosa vera è che «l’Impero usa metodi sempre più cinici e perfidi per attaccare la Rivoluzione Cubana».
Fin qui la notizia. Mi fa sorridere il fatto di far parte dei potenti media dell’imperialismo. A me sembrava il contrario. Credevo di essere un piccolo Don Chisciotte in lotta contro i veri potenti media che diffondono le finte riforme del sistema cubano. Mi sembrava che la parte debole fosse la giovane blogger che manda avanti tra mille difficoltà un sito internet ostacolato e diffamato dal governo. I dittatori sanno capovolgere la realtà, così come sono soliti circondarsi di abili lacchè e mestatori di menzogne. Una delegazione dello scomparso partito dei comunisti italiani si è recata al capezzale del regime per portare solidarietà non al popolo ma agli oppressori. La sinistra italiana sta dalla parte del più forte e fa il gioco del potere... forse è questo il vero motivo della sconfitta elettorale.
Aggiungo che forse Fidel Castro è davvero morto. Il leader maximo ha sempre manifestato intelligenza nell’affrontare i problemi interni. Una Rivoluzione solida e forte, come Castro era solito definirla, non si sarebbe occupata di una piccola blogger, relegandola nel silenzio e mettendola in condizioni di non nuocere. Affermazioni fuori luogo come quelle di chi firma gli articoli e le introduzioni di Castro fanno pensare che il regime non è più tanto sicuro delle sue mosse. Parrebbe un buon segno. Non resta che aspettare.
Gordiano Lupi