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MERCANTI DI LIQUORE. Il trio musicale ospite al Frassati convince ed emoziona
04 Febbraio 2006
 

Li ho incontrati per la prima volta il 21 gennaio scorso al Teatro Frassati di Regoledo di Cosio, in quella fucina di talenti e palco per grandi nomi, come in questo caso, che è la stagione musicale live. (Una realtà, quella del Quadrato Magico che l'organizza, veramente fondamentale in provincia, da tenere in palmo di mano per quanti amano la buona musica).

Da subito, una folgorazione: si dà inizio al concerto con la bellissima Cecco il mugnaio, storia di un disobbediente, uno che, nonostante la guerra, la fame e il dolore, decide di resistere all'ordine costituito che gli impone paure e sacrifici inutili, e ce la fa.

I Mercanti di liquore nascono a Monza a metà degli anni '90 e si affermano ben presto come originale cover band di De Andrè, dalle sonorità molto prossime al folk, che sfocia anche in ritmi gitani, quasi balcanici. Una dimensione acustica a sottolineare con effetto questo sound: chitarra, anche flamenca (Simone Spreafico) e fisarmonica (Piero Mucilli). E in più la voce molto bella, dalle calde, basse tonalità di Lorenzo Monguzzi (anche lui alla chitarra). Nella sede del Frassati, accompagnati da un pubblico subito coinvolto, i cavalli di battaglia sono state certe storiche canzoni dell'indimenticato cantautore genovese: “Bocca di rosa”, “Geordie”, “Attenti al gorilla”, fino alla convincente interpretazione de “La guerra di Piero”, intercalata ai versi di un altro grande autore italiano – questa volta della narrativa Gianni Rodari, col suo “Soldatino canta canta”.

La vicinanza a De Andrè, alle tematiche da lui trattate e al modo di fare musica con attenzione al folk, ha portato il gruppo nel 2000 alla partecipazione a quella grande kermesse che fu ideata al Teatro Carlo Felice di Genova in onore di “Faber, amico fragile”, ormai entrata nella leggenda italiana, che ha vantato la collaborazione dei migliori artisti del nostro Paese.

Al primo CD dei Mercanti di liquore, Mai Paura (uscito nel '99), che è ancora permeato della forte influenza di De Andrè pur presentando anche i primi brani originali del gruppo, fa seguito nel 2002 La musica dei poveri che testimonia la crescita dei Mercanti, potendosi ad oggi considerare l'attestato di poetica del gruppo. Protagonista dei quattordici brani, tutti originali, è la gente invisibile, un'umanità che vive ai margini del mondo d'oggi, forte dell'orgoglio di chi osa, di chi sa di essere parte di un qualcosa che occorre sapersi spiegare da sé, senza che siano altri ad indicare comportamenti o scelte obbligate.

Si tratta di gente che può apparire perdente al primo sguardo e che, invece, ha un proprio credo forte e radicato nell'agguerrita disobbedienza a stili di vita che non sente propri e nella caparbia affermazione delle proprie diversità. Cose, queste, che fanno vincere la scommessa che è l'essere al mondo. Caparbio è quindi Cecco, il mugnaio che non accetta di combattere una guerra non sua, di rinunciare alla gioia delle cose semplici, in un'ottica di immolazione per il benessere di chi, avendo già il potere dell'autorità, vorrebbe arrogarsi anche quello di decidere il bello e il cattivo tempo.

Caparbi sono i fuorilegge di “Briganti se more”, quasi una taranta, in dialetto calabrese.

Tenace nell'affermarsi contro tutto e tutti è la musica che, per i Mercanti di liquore, appartiene ai poveri, non alla cultura, non ad una bandiera, mai dentro a qualcosa perché il suo posto è sempre fuori, sopra le parti... Tutti contro chi può volere un'umanità ferma, così da essere più facilmente colpita e abbattuta nei suoi sogni; tutti per un popolo che sia invece una giostra che gira, capace di capire la poesia, in grado quindi di diventare migliore grazie al fatto di crescere sotto la sua egida.

I lavori del gruppo vengono accolti da pubblico e critica di settore in maniera entusiasta; ottime sono le recensioni ad apprezzare, dei Mercanti, soprattutto la via narrativa, le musicalità orecchiabili e mai banali, l'energia che sempre sprigionano. È il momento di raccogliere i primi frutti di un appassionato lavoro: iniziano le produzioni artistiche, come quella dello spettacolo Gente Invisibile, omaggio a De Andrè e dedicato a tutte le storie sbagliate, le collaborazioni con Marco Paolini – “Appunti partigiani”, “Song n. 32” – registrazioni per trasmissioni radiofoniche cult come “Caterpillar”, lontani dal solito cliché del mercato discografico, alla ricerca di strade alternative per promuoversi ed effettuare i propri tours.

Ora, all'indomani dall'uscita dell'ultimo lavoro Che/cosa/te/ne/fai/di/un/titolo, eccoli col nuovo tour live che li ha visti quindi anche al Frassati. Nove i brani del CD, come sempre storie accattivanti, d'amore e di balordi, ad es., come avviene per “La semiautomatica”, un brano che rimanda in forma di ironico valzer alle canzoni della mala e per “La moglie brontolona”, omaggio scanzonato a Piero Ciampi, altro cantautore amato dai Mercanti, in buona compagnia con Lolli, Tenco, Endrigo...

Ma sono anche le vicende della storia con la S maiuscola a trovar posto nell'ultima fatica del gruppo: “Nella chiesa di Bellusco” riporta alla memoria un fatto realmente accaduto durante la seconda guerra mondiale, fra i nazisti e i fedeli, quel giorno a Messa; “Italia” rispolvera il ricordo di un Paese dalla tradizione contadina e godereccia, che sembra essersi un po' perso e che ci si aspetta di veder tornare a ballare. Non mancano, per chi dei Mercanti condivide l'idea di un vivere anarchico e ribelle brani che diventano indignazioni dichiarate, contro i mali del mondo, dalla pena di morte come avviene nell'ultimo pezzo “Huntsville”, un recitativo alla Cohen o contro una società che ci vorrebbe tutti sudditi indolenti, ne “Il suddito peggiore”. Ma è “Senza titolo”, a mio parere, il gioiello dell'intero CD: un brano che, a sentirlo (e lo dico come complimento sincero ai Mercanti di liquore), fa pensare che forse un erede dello stile di De Andrè esista in questo gruppo! Dall'incipit «Beviamoci un caffè, mio dolce amico. Prendiamoci del tempo per pensare...», a certi passaggi di una profondità che diventa poesia (alla faccia di chi afferma che le due cose musica e poesia non sussistano. E allora cos'è ciò che sa tradurre un'immagine emotiva in parole scritte e cantate?): «mai ci rassegnammo alla tristezza (...) il nostro è un viaggio semplice e leggero (...) sarà altrettanto facile inciampare: succede a chi cammina e guarda il cielo».

I Mercanti di liquore piacciono per autenticità e piacciono a chi, come dicono loro, è attirato dalla scelta del mestiere di vento, da chi sa aprirsi agli altri, condividendo l'idea di imparare la propria direzione da ciò che non ci somiglia, nella convinzione che «i colori del mondo sono troppi per poterli chiudere in una bandiera».

Se voi siete i figli storti, come dite d'essere in una vostra canzone...: ce ne fossero!


Annagloria Del Piano



PROSSIMI APPUNTAMENTI COI MERCANTI DI LIQUORE:

11/02/2006
h 22:00

Buddha Cafè, via Artigianato 11 Orzinuovi (BS)

15 euro

22.00

Song n. 32 Spettacolo con Marco Paolini info: 335/5865010 info@buddha.it

12/02/2006
h 22:00

Fuori Orario - Taneto di Gattatico (RE)

15 euro

22.00

Song n. 32 Spettacolo con Marco Paolini info: 0522/671970 www.arcifuori.it



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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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