La visita a Sondrio dell’ex presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, arriva mentre in Valtellina si affaccia lo spettro di una crisi che non si vedeva dagli anni 90.
La situazione della chiusura della cartiera di Tirano, le difficoltà della Riri, la crisi del gruppo Riello che ha deciso di smantellare le proprie attività a Lecco, con possibili ripercussioni anche per lo stabilimento di Talamona, e le difficoltà che sta attraversano il settore edile necessitano di una valutazione delle forze socio-economiche, istituzionali e politiche che vada oltre la situazione congiunturale.
Anche il nostro territorio, nell’era della globalizzazione, soffre della crisi economica che ci accomuna ad altre realtà profondamente diverse. L’isolamento della nostra provincia, che per anni è stato vissuto come un fattore penalizzante, potrebbe diventare il nostro punto di forza per affrontare questa crisi puntando sulla qualità socio-economica, dei rapporti istituzionali e la sua vivibilità che potrebbe offrire rispetto ad altre aree della Lombardia.
Nessuno è immune dalla crisi economica e lo sanno bene alcuni imprenditori locali, del consorzio Vivi le Valli che, la scorsa settimana con il contributo della SEV e in collaborazione con il Professore Alberto Quadrio Curzio (foto), hanno presentato lo Statuto Comunitario per la “Valtellina”. Uno Statuto che affronta temi importanti come lo sviluppo sostenibile, quello istituzionale ed economico, quello socio-culturale e il tema della solidarietà e sussidiarietà.
Una proposta lungimirante che rischia di scontrarsi con il limite della capacità d’autogoverno locale della programmazione.
Il limite del nostro territorio e della cultura amministrativa è quello della “politica del consenso immediato” anziché di una vera capacità di programmazione socio-economica e pianificazione territoriale. Basti pensare allo scempio del fondovalle e alla presenza di oltre ottanta aree industriali presenti sul territorio provinciale che sicuramente non aiutano nemmeno gli stessi imprenditori ad avere aree adeguatamente attrezzate per abbattere i costi della produzione.
Gli appelli generici che in questi anni sono stati lanciati all’unità della provincia dimostrano il loro limite proprio nell’azione di governo delle scelte importanti. Siamo tra le poche province a non avere ancora il PTCP, uno strumento di fondamentale importanza per la pianificazione, non solo urbanistica, del territorio ma anche socio-economica. Sull’ATO per la gestione della risorsa idrica e l’uso plurimo delle acque non abbiamo ancora fatto una scelta e non siamo capaci, nella patria dell’acqua e della produzione dell’energia idroelettrica, di costituire una multiutility provinciale per la distribuzione dell’energia, del gas e dell’acqua che potrebbe portare vantaggi non solo ai consumatori ma anche alle imprese.
Un territorio ben governato, culturalmente e socialmente avanzato, dove le relazioni istituzionali e sociali sono facilitate dalle dimensioni della nostra provincia potrebbe rappresentare un valore aggiunto anche per gli imprenditori.
Una provincia in cui il rapporto tra le parti sociali non è sicuramente caratterizzato da culture radicali rappresenta un fattore positivo nelle relazioni industriale.
Abbiamo le condizioni per potere guardare con ottimismo al futuro economico e sociale del territorio ma dobbiamo avere maggiore coraggio nelle scelte della programmazione.
Non basteranno gli otto km della nuova SS. 38 e nemmeno il nuovo Polo Tecnologico a risolvere i mali della nostra economia se non vi sarà un cambio di passo nella gestione sociale ed economica del territorio.
Lo Statuto Comunitario per la “Valtellina” ha ricevuto molti elogi e allora perché non prenderlo come faro di riferimento dello sviluppo socio-economico. La sfida potrebbe essere quella d’affiancare al percorso dello Statuto un “Patto di Valle” da costruire attraverso la concertazione tra i soggetti della rappresentanza economica e sociale, istituzionale e politica per superare la logica di una programmazione legata esclusivamente al consenso immediato, allo sfruttamento del territorio e delle sue risorse.
“Un Patto di Valle” che sappia guardare alla qualità come bussola dello sviluppo socio-economico della Valtellina e della Valchiavenna.
Angelo Costanzo
segretario provinciale Pd/SO