Ceniamo alla stazione ferroviaria, o meglio nell’edificio smesso ricavato a ristorante, sotto la vecchia pensilina di tubi e vetroresina. Una cena di piatti ben serviti, di porzioni eleganti. Penso sia tutto un amore per la vecchia stazione che ha perso il cuore, dissanguata, tutta automatizzata. Nel continuo e regolare transito dei treni rimaniamo noi a mangiare ed il carretto della posta ora allestito a fioriera.
Francesco Osti
Un metro e sessantasette centimetri
la bilancia ha un misuratore di lato
apposta per schiacciare e dare misura
ai corpi di fumo nei sonni interrotti,
partiva alle 6.40 il treno per Chiavenna
l’abbonamento era di carta con la fototessera
la luce tanto fioca quanto le voci che non parlavano
assorbite nei desideri più assoluti del silenzio
tanti anni fa, l’edificio della stazione
si era fermato qui dopo chilometri di marcia
come la tartaruga torna sulla spiaggia, per morire
dalla grande madre che dispensa viaggi e direzioni,
oggi sta cambiando il volto la piazza
migliaia di porfidi bloccano l’occhio
e tutto quanto respira qua sotto
ci spinge avanti nella fretta,
deviandoci subito da questi pensieri.
Massimo Bevilacqua
Materiali per la manutenzione. -Luciano Erba, Remi in barca, Mondadori 2006. -Paolo Conte, album Elegia. -Joanna Newson, album The Milk-Eyed Mender.
(da 'l Gazetin, novembre 2006)