Dopo più di un anno dalla sua creazione, sul sito apposito predisposto dalla Rai per conoscere i nomi e i relativi importi percepiti dai consulenti e professionisti esterni, così come stabilito per legge, l'unica cosa che appare è la scritta «Lavori in corso». La legge 244/2007 (art. 3, comma 44) è chiara: «Nessun atto comportante spesa [...] può ricevere attuazione, se non sia stato previamente reso noto, con l'indicazione nominativa dei destinatari e dell'ammontare del compenso, attraverso la pubblicazione sul sito web dell'amministrazione o del soggetto interessato, nonché comunicato al Governo e al Parlamento». In caso di violazione la Rai e gli stessi consulenti sono tenuti al rimborso, a titolo di danno erariale, di una somma pari a dieci volte l'ammontare della somma illegittimamente erogata.
L'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) il 12 marzo scorso ha inviato alla Procura Generale e alla Procura Regionale del Piemonte della Corte dei Conti, un esposto-denuncia per questa palese violazione della legge da parte dell'azienda radiotelevisiva.
Questa è la televisione di Stato? Il problema non si porrebbe se fosse stato rispettato quanto richiesto dagli italiani con un referendum, la privatizzazione. Ma, fintanto che la Rai è un soggetto pubblico, si deve comportare come tale, rispettando quelle leggi che oggi invece viola con arrogante disinvoltura.
Tale situazione è oggetto di un'interrogazione presentata dalla sottoscritta e dal sen. Marco Perduca al Ministro dell'Economia e delle Finanze, per chiedere se sia a conoscenza della situazione sopra descritta e se intenda adottare provvedimenti affinché la Rai adempia ai termini di legge alla sollecita pubblicazione di nomi e relativi importi percepiti dai consulenti.
Donatella Poretti
Qui il testo completo dell'interrogazione