Lázaro Barredo in una recente edizione del Granma afferma che Carlos Alberto Montaner (foto) è un pericoloso terrorista, un mafioso, uno pseudo intellettuale, un bombarolo impenitente e un agitatore di folle stipendiato dalla Cia per far cadere il governo cubano. La lista degli insulti pubblicata dal quotidiano castrista (e ribadita in italiano nell’edizione foraggiata dai comunisti italiani e tradotta da Gioia Minuti) è molto più lunga. Il direttore del Granma non si ferma qui. La violenza verbale colpisce anche chi si schiera dalla parte di Montaner e denuncia la campagna di diffamazione. Vaclav Havel, José Maria Aznar, Mario Vargas Llosa, Marcos Aguinis, Plinio Apuleyo Mendoza e altre 140 personalità vengono definite corresponsabili di un attentato contro il legittimo governo cubano.
Facciamo un po’ di chiarezza, ché in Italia ce n’è bisogno, quando si parla di Cuba. Carlos Alberto Montaner nasce all’Avana nel 1943, è un ribelle che a meno di vent’anni imbraccia le armi e si oppone al regime comunista. Finisce in galera insieme ad altri liberali che lottano contro l’instaurazione di una dittatura castrista, conosce Armando Valladares (altra persona diffamata), chiede asilo politico in un’ambasciata e riesce a espatriare. Montaner vive in Spagna dal 1970, lontano dalla sua patria, colpevole di essere un uomo che lotta per la libertà di Cuba. Montaner è un ottimo giornalista, ha scritto molti saggi e opere narrative che in Italia non sono state tradotte, ma è noto come editorialista di Repubblica, commentatore di affari cubani insieme a Carlos Franqui. Si possono reperire notizie corrette sul sito internet www.firmaspress.com, dove apprendiamo che il presunto terrorista è un professore universitario che tiene conferenze in America Latina ed Europa. Tra una bomba e l’altra trova il tempo di pubblicare El manual del perfecto idiota latinoamericano, scritto con il colombiano Plinio Mendoza e il peruviano Alvaro Vargas Llosa, La Agonia de America, Libertad, La clave de la propriedad, Fabricantes de miseria, El regreso del idiota, Como y por qué desapareció el comunismo. Montaner scrive con stile chiaro e ironico su molti quotidiani europei ed è una firma apprezzata de El Nuevo Herald di Miami. La dittatura cubana lo teme perché è un giornalista seguito e considerato, sia per la notevole preparazione che per una grande capacità di analisi politica. Montaner è vicepresidente dell’Internazionale Liberale, nel 2007 ha ricevuto a Madrid il premio Tolleranza e scrive da anni per la rivista Poder che conta sei milioni di lettori. Dopo la caduta del muro di Berlino ha creato la Union Liberal Cubana, formazione dell’esilio che chiede a viva voce un cambiamento di regime.
Basta fare una breve ricerca su internet per capire chi è Montaner e ci sorprendiamo che su Wikipedia esiste una voce in inglese e una in spagnolo, ma non la corrispettiva italiana. Non permettiamo che venga chiamato terrorista un uomo di cultura che lotta con la forza delle parole per un cambiamento democratico a Cuba. La nostra piccola firma si unisce idealmente ai grandi nomi di chi difende Montaner e la libertà di circolazione delle idee.
Gordiano Lupi