Apprendiamo con soddisfazione che il gip di Roma, Claudio Mattioli, ha accolto la nostra opposizione alla richiesta di archiviazione del procedimento contro i tre medici che si erano rifiutati di prescrivere la “pillola del giorno dopo” dichiarandosi obiettori di coscienza, e ha quindi disposto ulteriori indagini.Il giudice ha evidenziato nella sua ordinanza il modo assolutamente lacunoso e carente con cui il pm ha condotto le indagini nel caso in questione.
Infatti, a prescindere dalle valutazioni di carattere personale ed etico, occorre prima di tutto procedere alla esatta ricostruzione di quanto avvenuto negli ospedali pubblici romani. Al pm che aveva chiesto l'archiviazione ritenendo che non si può escludere ‘almeno a livello putativo’ la possibilità che la pillola del giorno dopo possa essere una pratica abortiva e non anticoncezionale, ricordiamo che scientificamente provato e documentato che tale farmaco di emergenza agisce inibendo e ritardando l’ovulazione, cioè prima della fecondazione, e non interferisce con l’impianto in utero di un uovo fecondato. Infatti, quando la fecondazione è già avvenuta, il contraccettivo d’emergenza è probabilmente inefficace.
Ci chiediamo, dunque, come si possa continuare a sostenere che la pillola del giorno dopo sia un farmaco abortivo.
Avv. Alessandro Gerardi
Massimiliano Iervolino, segretario dell'Associazione Radicali Roma
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“pillola del giorno dopo senza ricetta”
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