La Nueva Cuba del 30 maggio lancia un grido d’allarme che non deve restare inascoltato. I cubani della diaspora sono preoccupati per le manovre che la Spagna di Zapatero ha posto in essere per eliminare le sanzioni dell’Unione Europea contro il regime castrista. Il linguaggio degli esuli è forte e colorito, non lo condividiamo fino in fondo, ma la sostanza del ragionamento non fa una grinza. Gli interessi economici europei non devono essere anteposti alla tutela dei diritti civili e al rispetto di una popolazione costretta a vivere sotto una spietata dittatura.
A Cuba si sta preparando una seconda primavera nera contro i dissidenti e i giornalisti indipendenti, mentre vengono propagandati cambiamenti di facciata che fanno soltanto il gioco del regime. La polizia intensifica la repressione, arresta donne inermi per strada, colpisce i manifestanti, imbavaglia la stampa e il linguaggio del regime si fa duro.
Una nuova primavera nera, simile alle infauste giornate del 2003, potrebbe far cadere sotto i colpi della dittatura personaggi assurti a recente popolarità come Yoani Sánchez, scrittori controcorrente e giornalisti coraggiosi. A Cuba si sente troppo spesso parlare di traditori, vermi, mercenari, venditori della patria, scorie… termini cari al volto più repressivo della dittatura.
I cubani della diaspora sono convinti che la Spagna sta compiendo un grave errore di valutazione e chiedono all’Europa di non seguirla su questa strada. Ritirare le sanzioni economiche contro il governo cubano equivarrebbe a conferire una patente di democraticità al regime e provocherebbe un’ondata di reazioni violente contro gli oppositori interni.
Ci sono molti distinguo da fare e le posizioni di chi lotta per una Cuba libera sono variegate, ma in questo delicato momento storico crediamo che non vada dato nessun aiuto al regime. Per questo ci schieriamo con i cubani della diaspora e chiediamo all’Unione Europea di mantenere le sanzioni economiche contro il regime castrista.
Gordiano Lupi