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Il bimbo Davide, diritti e libertà terapeutiche 
Il Tribunale spranga la Costituzione
(foto Ansa)
(foto Ansa) 
31 Maggio 2008
 

È di queste ore la notizia che il Tribunale di Bari ha “restituito” la patria potestà di Davide Marasco ai propri genitori. Il caso risale al 10 maggio, quando il neonato Davide, affetto da una gravissima patologia, veniva sottratto, per provvedimento urgente dello stesso Tribunale, alla tutela di padre e madre, per essere affidato al primario dell'ospedale di Bari Dott. Magaldi, nominato tutore provvisorio. Genitori colpevoli solo di aver esitato, con dolore e pietà per la loro piccola creatura, di fronte ad una schiacciante futilità delle cure di mantenimento in vita (che gli stessi medici hanno ovviamente fatto loro presente). Una esitazione di poche ore che era loro costata anche un fermo in Questura.(!)

Ieri il Tribunale ha deciso nuovamente sulla vicenda, stabilendo che i genitori possono tornare ad essere tali, solo che dovranno attenersi a tutte le indicazioni “impartite” dai sanitari, e a patto che siano “monitorati” dal servizio sociale.

Una pronuncia agghiacciante. Dove è finito l'art. 32 della Costituzione che vieta i trattamenti sanitari obbligatori (nei confronti di tutti, minori non esclusi), che stabilisce la libertà e la scelta di cura e di terapia? Chi decide le scelte terapeutiche di un neonato condannato a pochi mesi di sofferenza e agonia? Chi se non coloro che lo hanno messo al mondo e che più di ogni altro essere umano lo hanno a cuore? Per il Tribunale di Bari decide il Giudice e il Medico. Guai ad opporsi! Guai anche a mettere in discussione le terapie, che, per ordinanza sono “impartite” al padre e alla madre di Davide.

 

Restiamo esterrefatti per una pronuncia che è un colpo di spranga al diritto costituzionale, degno dei peggiori totalitarismi.

 

Vale la pena leggere questa ordinanza per comprendere quanto le istituzioni possano, in certi contesti storici e culturali, sostituirsi all'individuo nelle sue proprie vicende umane.

 

Claudia Moretti, legale Aduc

 

 

Qui il testo dell'ordinanza del Tribunale di Bari (in file pdf)


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