Alitalia è in agonia, in coma irreversibile, ha bisogno di morire. Occorre praticare l'eutanasia. La cordata non esiste, il partner internazionale non si vede, il prestito ponte diventa l'ennesimo finanziamento che sarà ostacolato dalla Ue e quei posti di lavoro continueranno a costarci, a tutti, una fortuna. Un biglietto con l'Alitalia ci costa altrettanto in tasse. Si tentano furbizie tipiche del nostro Paese: il prestito impossibile che diventa capitale netto, il tentativo di favorire qualche imprenditore per convincerlo ad entrare nella cordata, ecc.
L'Alitalia perde 2 milioni di euro al giorno anche quando vola, tanto varrebbe tenerla a terra. Se il Governo non vuole portare i libri in tribunale occorre che gli azionisti, cioè noi contribuenti, decidano di farla finita, di evitare l'ennesimo collasso del portafoglio (già semivuoto) e di fare quello che qualsiasi persona sensata farebbe: porre termine alla follia. Dobbiamo decidere di chiuderla, impedendole di volare, di farsi e farci male, occorre non acquistare più i biglietti dell'Alitalia. I voli saranno vuoti, non decolleranno o, se lo faranno, ci sarà una ulteriore perdita e il definitivo collasso. Nei prossimi giorni metteremo in piedi una iniziativa dal titolo: non volare su Alitalia, aiutala a non soffrire.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc