L’Italia può risalire dal 46° posto in competitività dov’è scesa!
Se questo fatto fosse accaduto migliaia di anni fa non avremmo speranza e dovremmo solo adattarci ad imparare gli usi del Terzo Mondo.
Perché adesso, siamo nel Terzo Mondo.
Però il sistema in cui viviamo ha rigidità grosse, ma specifiche, che possiamo togliere e risollevarci.
I risultati delle elezioni politiche hanno premiato la Lega per un fenomeno come in Sud Africa dove i Neri si sono azzuffati con i Neri entrati dal resto dell’Africa e confinati in favelas.
Hanno premiato la Lega perché ha tranquillizzato quelli che l’hanno votata additando ‘i colpevoli’ della nostra caduta: i forestieri!
Non è razzismo, ma paura del ‘nuovo’.
Paura della povertà che la classe media misura imminente giorno per giorno quando va a fare la spesa e deve limitare gli acquisti per arrivare a fine mese.
Fra’ Veltroni ha detto -brava- alla Lega perché ha interpretato la protesta. Io dico -asino- a fra’ Veltroni perché i dirigenti non sono quelli che si fanno dirigere, ma quelli che indicano la via.
Quale via deve percorrere l’Italia?
Quella di togliere le rigidità che la stanno strozzando, quei 500.000 Italiani che Prodi indicava come quelli che vivono sulle spalle degli altri Italiani e mangiano pane e politica.
Da dove cominciamo?
Dagli enti inutili! Tellusfolio indica le Comunità montane. Non bastano!
Le Province sono il cancro delle istituzioni italiane. Costano alla società 120 miliardi di euro l’anno per darne solo 30 in servizi!
Fra’ Veltroni ha ragione quando indica il male dell’ideologia ai politici.
Ha fatto malissimo a togliere a Di Pietro il punto 8) -abolizione delle province-. Vuol dire che è un frate burocrate!
Togliendo di mezzo le province l’Italia rompe il cappio che la sta strozzando, fa rifiatare l’economia e dà agli imprenditori lo spazio per condurre le imprese a competere nel mondo.
Carlo Forin