Ci risiamo o meglio siamo sempre nella stessa situazione. Il ministro Fioroni ha lasciato testimonianza o, se preferite, il testimone, alla nuova ministra Gelmini, che ci risulta essere dell’Opus Dei. Della serie… dalle Università Cattoliche direttamente in sacrestia. Con tutto il rispetto per la ministra, che presto vedremo all’opera (in continuità con la Moratti, poiché fatichiamo a trovare tracce di innovazione nel ministero Fioroni), le prime notizie che filtrano dal suo curriculum, ci sollevano alcune perplessità sulla Sua possibile idea di laicità nella scuola pubblica. Ma forse siamo prevenuti… Certo che se si passeggia vicino all’ingresso delle scuole (pubbliche) qualche dubbio viene, anche solo riferito al concetto aziendale di libera concorrenza. Fateci caso, sui manifesti esposti in questi giorni e titolati “Dote Scuola” si legge, più o meno, che ogni cittadino ha diritto di frequentare la scuola che meglio lo rappresenta, anche privata!
Della serie… è come se la nota casa automobilistica FIAT esponesse nei propri autosaloni un invito “anche” ad acquistare un'auto di altre aziende. Forse ci aspettiamo altro dalla scuola, forse ci aspettiamo che si cominci a parlare (approfondendo ed argomentando e sperimentando) di contenuti educativi e di cittadinanza e non di scuole di ogni singola tribù.
Intanto prima di andarsene il prof. Fioroni aveva accolto con la CM n. 45 del 22 aprile 2008 (file pdf, come anche i successivi link, ndr) il documento della Conferenza Episcopale e «avviata la prima attuazione dei relativi contenuti al fine di consentire anche (sic!) alla religione cattolica di inserirsi adeguatamente nei Piani dell'offerta formativa che le scuole stanno attualmente redigendo per il prossimo anno scolastico». La Conferenza Episcopale Italiana, infatti sempre più intenzionata a svolgere un ruolo di ispirazione valoriale nella scuola pubblica, è recentemente intervenuta sulle Indicazioni per il curricolo per il primo ciclo di istruzione e ha, inoltre, proposto i nuovi “Obiettivi di apprendimento “e i “Traguardi per lo sviluppo delle competenze” relativi all'insegnamento della religione cattolica.
Alla Circolare, inviata ai Direttori Generali degli Uffici scolastici regionali, sono stati così allegati tre documenti della Conferenza Episcopale e precisamente
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allegato 1: contiene la proposta di integrazione della Conferenza relativa agli obiettivi e ai traguardi della religione cattolica e al testo delle Indicazioni per il curricolo;
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allegato 2: contiene la legenda della proposta,
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allegato 3: contiene il protocollo di prima attuazione della bozza di traguardi e obiettivi per l’insegnamento dell’IRC
Entrando nel merito della proposta della CEI possiamo sottolineare alcuni passaggi che sono in netta contrapposizione con il carattere laico della scuola pubblica:
La CEI si propone esplicitamente, nell'allegato 2, di andare oltre il proprio mandato, relativo agli obiettivi e traguardi IRC, e di integrare il testo introduttivo per «rendere più evidente l'apertura alla dimensione religiosa e gli agganci alla religione cattolica in riferimento al patrimonio storico e culturale del popolo italiano». I valori di riferimento per tutti, in una scuola laica come è la nostra, sono quelli costituzionali e non dovrebbe essere compito della scuola aprire alla dimensione religiosa che, in una società a carattere sempre più multiculturale, rappresenta un ambito rispetto al quale esistono orientamenti e sensibilità diverse, tutte da rispettare. Una proposta “vecchia” ci sembra essere quella di inserire nei programmi della scuola di ogni ordine e grado, la storia delle religioni, per ampliare il patrimonio culturale di tutti gli studenti e contribuire alla formazione di cittadini. Ciò richiederebbe tuttavia una “piccola” rivoluzione ovvero il non affermare di diritto il primato di una religione o filosofia sulle altre.
Non soddisfatta, la CEI propone anche di integrare la religione cattolica fra le aree disciplinari collocandola in quella linguistico-artistico-espressiva, come naturale ed implicita appartenenza d’area. Mediante questa affermazione la CEI rivendica l'inserimento in modo integrato ed organico, nel testo delle Indicazioni per il curricolo, di osservazioni e indicazioni sul valore della dimensione religiosa cattolica, in questo modo rivolte a tutti – e quindi superando gli stessi vincoli contenuti nel Concordato – poiché le attribuisce un carattere valoriale di base.
Di nuovo negli allegati infatti, la CEI sottolinea la necessità di offrire a tutti l'IRC «in quanto opportunità preziosa per la conoscenza del cristianesimo, come radice di tanta parte della cultura italiana ed europea», IRC che si offre «come preziosa opportunità per l'elaborazione di attività interdisciplinari, per proporre percorsi di sintesi che, da una peculiare angolatura, aiutino gli allievi a costruire mappe culturali in grado di ricomporre nella loro mente una comprensione sapienziale e unitaria della realtà».
Questo è un piccolo riassunto delle richieste della CEI. Ciò che produce differenza e sostanza, ci pare sia la cassa di risonanza data dal ministro Fioroni, che ha trasmesso alle scuole tale documento, dando in tal modo allo stesso, un valore e un imprimatur istituzionale.
Riteniamo che quanto agito dal Ministro uscente sia una esplicita abdicazione della prerogativa di laicità della scuola statale, principio contenuto nella Costituzione ed ampiamente ribadito dalla Corte Costituzionale, ma anche significativo di una scelta che – se attuata dalle scuole – aprirà immediatamente una serie di pesanti contraddizioni sul versante del rapporto con un altissimo numero di alunne e di alunni provenienti da altri Paesi o comunque portatori di valori e filosofie non cattoliche/cristiane. Alla faccia della diversità dei ragazzi e delle loro famiglie.
Riteniamo inoltre che il diritto della CEI, sancito da Intese con lo Stato, di definire i contenuti dell'insegnamento della religione cattolica, non può compromettere in alcun modo il carattere laico della scuola pubblica e delle Indicazioni per il curricolo rivolte a tutti gli studenti, avvalentesi e non avvalentesi.
Le integrazioni al testo delle Indicazioni, proposte dalla CEI, possono quindi determinare, se accolte, una modifica dei contenuti degli insegnamenti previsti per tutti, che violano i diritti degli studenti e delle famiglie che non intendono avvalersi di tale insegnamento.
a cura della segreteria dell’Associazione “Scuola e Diritti”
(per 'l Gazetin, giugno 2008)