Silvio Viale, il medico che si batte per l’introduzione della RU486 in Italia, ricorda Harvey Karman che è morto il 6 maggio scorso al Cottage Hospital in Santa Barbara all’età di 84 anni e di cui si è saputo solo in questi giorni.
Harvey Karman non era un medico, ma passerà alla storia come un eroe della medicina. Fu sua l’invenzione della cannula flessibile che rese l’aborto più sicura, più facile, meno costoso e meno doloroso. Ancora oggi si usa il generico nome di Karman per tutte le tecniche che si basano sull’aspirazione. La cannula di Barman è stata poi utilizzata anche per diagnostica dei tumori dell’utero.
Harvey Karman si era occupato di aborti dopo che aveva assistito al suicidio di una studentessa per una gravidanza non pianificata e alla morte di un’altra per le complicazioni di un aborto. Egli stesso fu coinvolto in aborti, fu arrestato e fece due anni e mezzo di galera.
Il metodo che utilizzava una cannula, soffice e sottile al posto degli strumenti metallici fu approntato nel 1970, sperimentato prima in Bangladesh, poi in Philadelphia, si diffuse rapidamente con la legalizzazione dell’aborto. Fu, però, ostacolato da buona parte del mondo medico perché era talmente semplice ad potersi diffondere rapidamente, come fecero subito numerosi gruppi di femministe in tutto il mondo. Si trattava in fondo di una cannula sottile attaccata ad una pompa da bicicletta. Oltre che per l’aborto, il metodo di Karman permetteva la cosiddetta “aspirazione mestruale” in caso di ritardo, in pratica un aborto precocissimo prima che i test di gravidanza di allora permettessero di diagnosticare la gravidanza. In Italia fu il CISA, con i radicali ed il medico fiorentino Giorgio Conciani, a prenderne il testimone e a condurre la battaglia per la legalizzazione dell’aborto.
La battaglia iniziata da Karman continua oggi in quella per la RU486, per un metodo alternativo a quello chirurgico: un metodo sicuro, efficace, economico, meno doloroso che rende la donna più autonoma e consapevole della propria scelta. Non a caso la RU486 trova gli stessi ostacoli che trovo il Karman allora, perché come allora il vero obiettivo è quello impedire la libera scelta della donna sulle proprie gravidanze. Non fu una tragedia la legalizzazione dell’aborto, non lo fu il Karman e non lo è la RU486: la tragedia è negare alle donne la soluzione migliore.
I radicali rendono omaggio ad Harvey Karman un grande eroe della medicina e della libertà.
Silvio Viale
radicale, membro Consiglio generale Associazione Luca Coscioni
(da Notizie radicali, 20 maggio 2008)