Dispiace dover commentare la relazione annuale sulla legge 40 in materia di procreazione medicalmente assistita basandosi non sulla lettura della relazione stessa e dei dati in essa contenuta, ma sui commenti di chi evidentemente vi ha avuto accesso.
Dispiace dover rilevare che la relazione consegnata al Parlamento oggi non è ancora disponibile ai parlamentari, ma solo sui lanci delle agenzie di stampa e perciò dobbiamo fidarci di quanto afferma il ministro della Salute uscente Livia Turco e l'attuale sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella (foto).
Peccato che i due commenti vadano in direzioni opposte. Il ministro uscente conferma le riflessioni critiche alla legge e fornisce il dato preoccupante, da un punto di vista sanitario, dell'aumento dei parti gemellari, un dato solo ipotizzato nella relazione precedente. Il sottosegretario entrante, invece, sostiene che la legge non va così male visto che aumentano i bambini nati con queste tecniche e i centri che le praticano; solo un dato viene letto negativamente: l'età sempre più avanzata delle donne che vi accedono. Un dato che purtroppo dipende poco dalla legge 40 ma dalle politiche sociali e dall'organizzazione della società, che fanno sì che le donne decidano di diventare madri sempre più tardi e che la infertilità e sterilità sia un problema in aumento.
Se i dati sui successi delle tecniche sono da imputarsi a tecniche che si perfezionano sempre di più, il raffronto interessante è da farsi sul fenomeno dei parti gemellari, parto a rischio non solo di aborto spontaneo ma anche di alta percentuale di probabilità di nascere con disabilità.
Sarà comunque interessante aprire un dibattito su questa relazione una volta che si insedieranno le commissioni parlamentari, ossia nel giro al massimo di una decina di giorni. In particolare io solleciterò la commissione Igiene e Sanità del Senato a mettere questo dibattito tra le prime sedute della commissione.
Donatella Poretti