In Germania si è appena concluso con un accordo di risarcimento l'affaire Contergan - farmaco a base di talidomide assunto negli anni '50 e '60 da donne incinte contro dolori e nausee, e rivelatosi poi causa di malformazioni del feto.(1)
In Italia si stimano le vittime in 600/700, ma un censimento ufficiale non è mai stato fatto. Nel 1962 il Ministero della Sanità ne ordinò il divieto del commercio ed il ritiro dal mercato con un ritardo di 6 mesi rispetto agli altri Paesi europei. Per il mancato risarcimento si è dovuto attendere il 2006, quando la legge n. 27 all'art. 3 prevedeva il riconoscimento giuridico della malattia, ma il decreto attuativo non è mai stato emanato.
La Finanziaria 2008 ha stanziato alcuni fondi (insufficienti) in merito. Per la voce «risarcimento danni da trasfusioni, vaccini e talidomide», sono stati stanziati 180 milioni di euro annui a partire dal 2008 (che si aggiungo ai 100 già previsti per il 2007) per il risarcimento dei danni subiti a seguito di trasfusione, vaccinazioni e sindrome da talidomide.
Un'interrogazione presentata da me medesima lo scorso novembre 2007 alla Camera, grazie alla collaborazione dell'Associazioni TAI Onlus e della Cellula Coscioni di Millano, non ha mai avuto risposta.(2)
In questi giorni l'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori), ha fatto presente che il Brasile registra la terza generazione di vittime del talidomide. A seguito dell'affaire Contergan, nel 1962 quel Paese ha bandito il talidomide, ma pare che sia circolato ancora fino al 1965. A ciò s'aggiunga che nel 1964 il dermatologo israeliano Jacob Sheskin scoprì l'efficacia del talidomide contro la lebbra. Da allora, migliaia di lebbrosi brasiliani sono stati curati con Talidomida, la pasticca a basso costo prodotta in America Latina, che nel frattempo viene prescritta anche contro Aids e cancro.
Il Brasile non è l'unico Paese ad autorizzarla. È presente anche in altri Stati da quando, dieci anni fa, la statunitense Food and Drug Administration diede il via libera, sotto strettissima vigilanza, a Thalomid dell'azienda Celgene per trattare malattie del midollo spinale. In Europa il principio attivo, utilizzabile nella cura del mieloma multiplo, è in fase di autorizzazione. E comunque, il suo parente stretto, Lenalidomid, è già in vendita dal 2007 sotto il nome commerciale di Revlimid (prodotto da Celgene). E su questo, sempre l'Aduc ha sollecitato il nostro ministero ad intervenire.
Per questo ho presentato un'interrogazione al ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, Maurizio Sacconi (foto), per sapere se
- nel nostro Paese la circolazione di farmaci con questo principio attivo è in corso o lo sarà a breve;
- quali precauzioni sono in corso o saranno prese per evitare il ripetersi di quanto già avvenuto nel nostro e negli altri Paesi.
Donatella Poretti
Qui il testo dell'interrogazione
(1) www.aduc.it/dyn/salute/noti.php?id=219447
(2) www.donatellaporetti.it/intg.php?id=727