Dall'Ufficio Sangue del ministero della Salute si viene a sapere che sarà prorogata al 30 giugno l'ordinanza del ministero della Salute, in scadenza a fine maggio, che vieta la conservazione autologa delle cellule staminali del cordone ombelicale. La conservazione del cordone per uso proprio era stata decisa col decreto “milleproroghe”, dovendo istituire, per l'appunto entro il 30 giugno, la rete di banche del sangue di cordone ombelicale pubbliche e private, autorizzate dalle Regioni tramite il coordinamento del Centro Nazionale Trapianti e del Centro Nazionale Sangue.
La conservazione del cordone stabilita dal “milleproroghe”, è del tipo 'autologa solidale', cioè dovrebbe consentire di conservare le staminali per uso proprio ma con la disponibilità a donarle, se necessario, ad un paziente compatibile. Un buon compromesso rispetto alla esclusiva donazione eterologa oggi in vigore ma che stride fortemente col fatto che, nei primi quattro mesi del 2008, secondi i dati del ministero, sono state più di duemila le autorizzazioni del ministero per la conservazione del proprio cordone in banche estere (così come prevede l'attuale normativa), circa il doppio dei cordoni donati.
La situazione appare molto delicata e precaria. Il ministro della Salute Livia Turco non ha deciso in due anni di Governo di capovolgere l'ordinanza del precedente ministro Girolamo Sirchia, ordinanza criticata dai più, senza colore politico di parte, e solo nel decreto “milleproroghe” si è riusciti ad infilare questa modifica. Mi domando, dopo la proroga dalla scadenza del 30 maggio a quella del 30 giugno, cosa accadrà. Il ministro Turco avrebbe potuto intervenire così come ha fatto per le diagnosi pre-impianto in materia di fecondazione assistita, ma non lo ha fatto, consegnando al suo successore questo incarico, pur indicando una data precisa per evitare che si andasse a tempi indefiniti. Successore che, per parte sua, come aveva anche fatto in precedenza Livia Turco, non so se risponderà più alle esigenze dei pazienti che a quelle degli equilibri del proprio schieramento politico. Mi auguro che non si sacrificherà la salute dei cittadini ancora sull'altare della politica e per questo vigilerò anche con la mia attività in commissione Igiene e sanità in Senato, commissione in cui, senza schieramenti di parte politica, so di non essere sola.
Donatella Poretti