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Beethoven, Haydn: il Pianoforte e l'Orchestra. Venerdì 9 al S.Antonio di Morbegno chiude la stagione del CID 
Con “I Pomeriggi Musicali”, Paolo Bordoni, Antonello Manacorda
03 Maggio 2008
 

C.I.D. Circolo Musicale Sondrio

47a Stagione Concertistica 2007/2008


Venerdì 9 maggio 2008, ore 21

MORBEGNO, Auditorium S.Antonio

 

Quattordicesimo concerto

(ultimo)

 

in collaborazione

con Spazio Arte - Comune di Morbegno

 

 

Il Pianoforte e l’Orchestra”

 

Orchestra i Pomeriggi Musicali

 

Paolo Bordoni pianoforte
Antonello Manacorda
direttore


musiche di Beethoven, Haydn

 

 

«Haydn trasformò la sinfonia, non solo nello stile ma soprattutto nello status. Quando Haydn incontrò la sinfonia, essa era soltanto un genere, sia pure eminente, di musica da intrattenimento. Con lui divenne un genere monumentale, pietra angolare del cosiddetto “canone”, un corpo di opere universalmente riconosciuto, che secondo gli amanti dell’arte possiede un valore assoluto… all’interno della loro cultura – un valore, va sottolineato, non più associato esclusivamente a una singola classe sociale. Nella loro pubblica eloquenza, le ultime sinfonie simboleggiano così la nascente democratizzazione dell’arte sublime. In questo modo questo ex-dipendente di una casata nobiliare divenne una delle figure emblematiche dell’Illuminismo».

La riflessione dello studioso statunitense Richard Taruskin ben sintetizza alcuni dei grandi cambiamenti culturali che si verificarono alla fine del secolo XVIII e all’inizio del XIX in Europa in campo musicale: l’affermarsi del Classicismo e la definizione di alcune forme compositive come la Sonata e la Sinfonia, la volontà, da parte di autorevoli compositori, di cercare di distaccarsi dalla dipendenza vincolante, soprattutto da un punto di vista creativo e di produzione musicale, del rapporto con il mecenate.

Franz Joseph Haydn (Rohrau 1732 – Vienna 1809), ad esempio, trascorse gran parte della sua vita a servizio dei principi Esterházy d’Ungheria in qualità di Kapelmeister, sottostando a tutte le richieste e i vincoli che il contratto di lavoro gli imponeva: da quelle del cerimoniale, che prevedeva che il compositore si mettesse in riga con il resto della servitù per salutare la famiglia reale al mattino, a quelle di comporre in base alle necessità della vita di corte. Solo dopo la morte del principe Nikolaus, il 29 settembre del 1790, fu libero di accettare anche altre proposte di lavoro e di diffondere ufficialmente tutta la propria produzione musicale all’esterno del palazzo. Tra i numerosi ed allettanti inviti di importanti corti europee Haydn scelse, andando così controcorrente all’età di sessant’anni, di accettare la proposta del musicista ed impresario tedesco Johann Peter Salomon di trasferirsi a Londra e stipulare contratti con la case editrici e i teatri della fiorente città. La Sinfonia n° 104 “London” (o “Salomon” – “della zampogna”) è l’ultima delle dodici composte da Haydn durante il suo soggiorno a Londra e fu scritta per l’orchestra del King’s Theatre. Il brano è un interessante esempio dello stile maturo del compositore che definisce con estrema chiarezza la forma della Sinfonia classica ed evidenzia la continua volontà di ricercare con raffinatezza sempre nuove soluzioni espressive. L’organico dell’orchestra del King’s Theatre, di ben sessanta elementi e l’ampiezza della sala lo stimolarono a sperimentare nuovi impasti timbrici ed effetti sonori anche spettacolari: una continua proposta di novità che entusiasmò il vasto ed eterogeneo pubblico londinese. In questo periodo Haydn, nel pieno della sua maturità, accettò con intelligenza la sfida di confrontarsi non più con un principe e i suoi ospiti, i cui gusti musicali gli erano noti fin nei minimi particolari, ma con un pubblico pagante.

Il desiderio di ricercare sempre nuove soluzioni formali, timbriche e melodiche e di rivolgersi ad un vasto pubblico per veicolare con la musica profonde riflessioni, contestualizzando così i forti cambiamenti dell’epoca si evince anche dall’ascolto del Concerto n° 4 per pianoforte e orchestra di Ludwig van Beethoven (Bonn 1770 – Vienna 1827). Il brano fu ultimato nel 1808 dopo un lungo e tormentoso labor limae ed eseguito in pubblico da Beethoven il 22 dicembre dello stesso anno. Nel primo tempo il colore sonoro è vellutato e dolce: il pianoforte, al di là di tutte le convenzioni formali, espone all’inizio, da solo, il primo tema, apparentemente semplice, subito ripreso e sviluppato dall’orchestra attraverso un’ampia introduzione che si dipana in uno sviluppo caratterizzato da uno stretto e ponderato dialogo tra strumento solista e orchestra. Questo brano è uno dei momenti di maggiore invenzione sonora di Beethoven, probabilmente arricchita anche dallo sviluppo che la costruzione del pianoforte stava subendo all’inizio del XIX secolo: l’estensione della tastiera venne ampliata verso l’acuto e il telaio venne irrobustito in modo tale che nel registro sopracuto potessero essere montate corde più lunghe e più grosse. E Beethoven sfrutta al massimo la novità, il registro sopracuto, anche in funzione cantabile. Altrettanto innovativi furono l’uso dei pedali di risonanza e “una corda” con effetti ben calcolati.

È possibile interpretare il secondo tempo come un drammatico recitativo in cui il pianoforte e l’orchestra, limitata ai soli archi, vengono incisivamente contrapposti. Un’antica e diffusa tradizione sostiene che il brano è ispirato alla invocazione di Orfeo alle Furie presente nell’opera di G. Gluck: il contrasto tra la violenza dell’orchestra, in un cupo mi minore, con il raccoglimento corale del pianoforte pare evocare la scena dove le Furie si oppongono al cantopreghiera di Orfeo.

Il finale, in forma di Rondò, evoca lo stile mozartiano: estroverso e brillante, ma anche elegante e sinuoso il pianoforte dialoga con i colori vivaci dell’orchestra, arricchita da trombe e timpani.

 

Elena Oreggioni

 

 

Programma

 

Ludwig Van Beethoven

concerto n. 4 in sol maggiore per pianoforte e orchestra op. 58

Allegro moderato, Andante con moto, Rondò (Vivace)

 

Franz Joseph Haydn

sinfonia n. 104 “london” (o “salomon”, “della zampogna”)

Adagio, Allegro, Andante, Minuetto (Allegro, Finale (Allegro spiritoso))

 

 

Paolo Bordoni. È uno dei più assidui interpreti di Schubert nel panorama pianistico italiano e internazionale. Nasce a Bergamo e studia a Roma con Vera Gobbi Belcredi e Guido Agosti, poi a Parigi con Magda Tagliaferro. Ha tenuto recital come solista, oltre che alla Schubertiade di Hohenems, nei principali festival internazionali in Europa, in Giappone e negli Stati Uniti: a Parigi, a Lucerna (in occasione della serata “Clara Haskil”), al Festival di Bergamo-Brescia, alla Rias di Berlino, alla Hercules Saal di Monaco di Baviera, alla Skuba University per la NHK di Tokio. Al suo debutto negli Stati Uniti, nel 1988 a Charleston, ha eseguito il Terzo Concerto di Beethoven con la New York Orchestra diretta da Raymond Leppard. Si è esibito inoltre sotto la direzione di Rudolf Kempe, Gianandrea Gavazzeni, Daniel Oren, Riccardo Chailly, Luca Foss, Hubert Soudant, Carl Melles, Spiros Argiris, Carlo Zecchi, Marc Andrae, Moshe Atzmon, André Vandernoot, Donato Renzetti, Daniele Gatti e Umberto Benedetti Michelangeli. Noti musicisti hanno collaborato con lui in varie formazioni cameristiche.

Da sempre dedica una parte della sua attività alla preparazione e al perfezionamento, presso prestigiose istituzioni italiane, giapponesi e spagnole, di giovani pianisti avviati alla carriera concertistica. È membro delle giurie di diversi concorsi internazionali. Fra le sue incisioni, ricordiamo l’integrale dei Valzer e delle Sonate incompiute di Schubert, le Fantasie di Mozart, gli Improvvisi e le Variazioni di Chopin (per la EMI), i Valzer di Chopin, Grieg, Liszt, Ravel, Debussy e le Danze di Schubert (per la Divox), nonché il Konzertstück op. 86 di Schumann, con l’Orchestra Sinfonica di Basilea diretta da Mario Venzago (per la Novalis). Di recente è stato impegnato in una tournée in Estremo Oriente.

 

Antonello Manacorda. Nato a Torino nel 1970, Antonello Manacorda studia violino con Sergio Lamberto al Conservatorio nella sua città, diplomandosi con il massimo dei voti, la lode e menzione speciale. Grazie ad una borsa di studio pluriennale della DESONO Associazione per la Musica, si perfeziona con Herman Krebbers ad Amsterdam, Eduard Shmider e Franco Gulli. Nel 1997, insieme ad alcuni colleghi della Gustav Mahler Jugend Orchester e sotto la spinta di Claudio Abbado, fonda la Mahler Chamber Orchestra, della quale è concert master e vice presidente. Con la MCO partecipa a numerose tournée in Europa, Nord America ed Estremo Oriente, oltre ad essere presente nei festival più prestigiosi del mondo ed avere delle residencies a Aix-en-Provence, Ferrara e Salisburgo. Dopo il notevole successo ottenuto nel novembre 2001 dirigendo un allestimento di La Clemenza di Tito per la ASLICO, decide di dedicarsi seriamente alla carriera di direttore d’orchestra e, grazie ad una borsa di studio messa a disposizione dalla DESONO, studia per due anni con Jorma Panula. Dirige fortunati concerti con la Pärnu City Orchestra in Estonia, Neuer Kammerorchester Bamberg e l’Orchestra di Padova e del Veneto.

Nel 2003 viene nominato direttore artistico per la musica da camera all’Académie Européenne de Musique del Festival di Aix-en-Provence. Nel 2005 debutta con la Hensingborgs Symfoni Orkester e successivamente con la Gävle Symfoni Orkester e da dei concerti con l’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano (ben due nella Stagione Sinfonica). Per il Festival di Aix-en-Provence, dirige un nuovo allestimento dell’Histoire du Soldat, con la regia di Jean-Christophe Says, e assiste Mark Minkowski in una nuova produzione de’ Les Contes d’Hoffmann per L’Opera Nazionale di Lione. Collabora ancora con Claudio Abbado per la preparazione della Gustav Mahler Jugend Orchester per la loro tournée di Pasqua.

 

I pomeriggi musicali. L’Orchestra I Pomeriggi Musicali nacque nell’immediato secondo dopoguerra in una Milano tutta presa dal fervore della ricostruzione: fu il frutto dell’incontro tra due uomini d’eccezione, l’impresario teatrale Remigio Paone e il critico musicale Ferdinando Ballo. Il primo pensava ad una formazione da camera con cui eseguire il repertorio classico, il secondo ad una orchestra in grande stile che sviluppasse un repertorio di musica contemporanea e d’avanguardia, fino ad allora soffocato dalla dittatura fascista e dalla guerra. Le due intenzioni si realizzarono nell’Orchestra I Pomeriggi Musicali che fin dal primo concerto, il 27 novembre 1945, accostando Mozart e Stravinskij, Beethoven e Prokofjev, inaugura una formula coraggiosa che la porta al successo. La lunga storia dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali non ha mai tradito le linee programmatiche e gli obiettivi ideali lanciati più di sessant’anni fa dai padri fondatori dell’istituzione, e oggi conta uno straordinario repertorio che include i più grandi capolavori del Barocco, del Classicismo e, allo stesso tempo, molta musica moderna e contemporanea. La diffusione popolare di quest’ultima fu avviata puntando sui grandi del Novecento, assenti da tempo dai cartelloni concertistici italiani e andavano da Stravinskij a Hindemith, Webern, Berg, Poulenc, Honegger, Copland, Ives, Français. Oltre naturalmente agli italiani, alcuni dei quali non solo poterono presentare le loro composizioni per la prima volta ma ne scrissero su commissione dei Pomeriggi: parliamo di Ghedini, Dallapiccola, Casella, Respighi, Pizzetti, Gian Francesco Malipiero. La tradizione continuò con quelli delle leve successive: Berio, Bettinelli, Bussotti, Luciano Chailly, Donatoni, Fedele, Ferrero, Francesconi, Galante, Maderna, Manzoni, Pennisi, Sollima, Testi, Tutino, arrivando agli emergenti dei nostri giorni, apparsi nelle ultime Stagioni.

Del pari, fin dall’inizio si era voluto che la compagine orchestrale diventasse un vivaio di eccellenti strumentisti. E qui l’elenco di quelli che vi si formarono, per poi diventare prime parti di fama, sarebbe lunghissimo, ma teniamo a ricordare almeno i violini di spalla Franco Gulli e Giulio Franzetti. Grandi compositori come Honegger, Hindemith, Pizzetti, Dallapiccola, Petrassi e recentemente Penderecki, hanno diretto la loro musica sul podio dei Pomeriggi Musicali, un podio che è anche stato, per tanti giovani artisti, un trampolino di lancio verso la celebrità: ricordiamo due nomi per tutti, Leonard Bernstein e Sergiu Celibidache.

È impressionante poi il numero delle future celebrità che sono state consacrate dai Pomeriggi: un albo d’oro che comprende Vittorio Gui, Hermann Scherchen, Carlo Maria Giulini, Leonard Bernstein, Sergiu Celibidache, Thomas Schippers, Igor Markevitch, Gianandrea Gavazzeni, Claudio Abbado, Pierre Boulez, Aldo Ceccato, Riccardo Muti, Riccardo Chailly, Christian Thielemann, Arturo Benedetti Michelangeli, Franco Gulli, Nikita Magaloff, Nathan Milstein, Severino Gazzelloni, Salvatore Accardo, Dino Ciani, Maurizio Pollini, Uto Ughi, Antonio Ballista, Bruno Canino.

Ricordiamo inoltre le straordinarie presenze di direttori stabili: Nino Sanzogno, il primo, Gianluigi Gelmetti negli anni Settanta, Giampiero Taverna e Othmar Maga negli anni Ottanta, per arrivare ai milanesi Daniele Gatti e Aldo Ceccato, l’uno all’avvio e l’altro al coronamento delle loro carriere internazionali. In alcuni casi, la direzione musicale è stata affiancata da una direzione artistica: in questa veste Italo Gomez, Carlo Majer, Marcello Panni, Marco Tutino e oggi Gianni Tangucci hanno firmato stagioni particolarmente brillanti.

L’Orchestra I Pomeriggi Musicali svolge la sua attività principalmente a Milano, partecipa a numerosissime stagioni sinfoniche, festival e rassegne nelle principali città lombarde, mentre in autunno contribuisce alle stagioni liriche dei Teatri di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Mantova, Pavia, e alla stagione di balletto del Teatro alla Scala. Invitata nelle principali stagioni sinfoniche italiane e in molti teatri e sale di concerto all’estero, l’Orchestra ha conquistato platee internazionali. Recentemente ha riscosso lusinghieri successi in Spagna, Portogallo, Tunisia, Francia, Germania, Svizzera, Turchia e Austria. Nel 1967, I Pomeriggi Musicali sono stati riconosciuti con legge dello stato come «Istituzione Concertistico Orchestrale», e annoverati fra le strutture stabili di produzione musicale del nostro Paese. Analogamente ha fatto la Regione Lombardia con una legge del 1978. Attualmente I Pomeriggi Musicali sono una Fondazione costituita dalla Regione Lombardia, dal Comune di Milano, dalla Provincia di Milano e da enti privati.

Dal settembre 2001, le attività dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali si svolgono presso il Teatro “Dal Verme”, l’auditorium nel centro della città di Milano recentemente ristrutturato. Fra il 1999 e il 2004, il Maestro Aldo Ceccato è stato Direttore Musicale dell’Orchestra; alla fine del suo mandato è stato insignito del titolo di Direttore Emerito. Dal 2005 il Consulente Artistico è il Maestro Gianni Tangucci, mentre dalla Stagione Sinfonica 2006 - 2007, Antonello Manacorda è Direttore Musicale.

 

 

Ingresso:

- o con l’abbonamento. Alla Stagione del C.M.

- o con biglietto in vendita la stessa sera del concerto a € 15

- o con prenotazione presso il Consorzio Turistico Sondrio e Valmalenco in Piazzale Bertacchi 76 dove sarà possibile prenotare anche il trasporto Sondrio-Morbegno e viceversa.

 

CID Circolo Musicale di Sondrio

Tel./Fax 0342 212784; 333 4365478

E-mail: info@circolomusicale.it


 
 
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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