Track listing: Selon Moi; Autumn Mist; Delle Cose Nascoste; Also Sprach Raul; Rrock In The Dark; Fuori Stagione; Invariable Geometries; Olvido; Pow Wow; Selon Moi 3/4; Seguendo Il Filo.
Personnel: Paolo Paliaga: piano; Dino Contenti: double bass; Gigi Biolcati: drums.
Dopo il felice esordio con Meltemi ecco il trio lombardo alla fatidica e difficile seconda prova per l'etichetta tedesca, famosa per annoverare tra i propri campioni quell'E.S.T. trio che ha aperto nuovi percorsi alla progettualità del trio pianoforte-contrabbasso-batteria. Ma mentre gli svedesi hanno come riferimento estetiche e culture del nord Europa unite ad una propensione per atmosfere pop, il trio italiano è saldamente ancorato a gusti, melodie e riferimenti mediterranei. Naturalmente oltre alla propensione tutta italica verso la cantabilità lirica un riferimento forte è la tradizione colta europea, in un melange raffinato e straordinariamente personale.
Ho aspettato questo album con curiosità ed apprensione, perché dopo un album di esordio così felice come è stato Meltemi riuscire a riprodurre quell'intensità e quella continuità di idee fresche e convincenti non era assolutamente scontato. Invece, e lo dico subito, l'album è avvincente, intrigante, assolutamente godibile. Dodici composizioni, undici ad opera del pianista e una, l'ultima, per la penna di Gigi Biolcati che descrivono atmosfere di composta bellezza, bozzetti di intenso dialogo con un contrabbasso dalla vena particolarmente melodica. Incantevole l'inizio di “Selon Moi” che vede l'introduzione del tema con il pianoforte ricco di suggestioni e raffinatezze, poi Contenti si lancia nel primo assolo magnificamente sostenuto da singoli grappoli di note distillate da Paliaga e dal drumming cantabile di Biolcati. “Autumn Mist” è un tema melanconico particolarmente riuscito ed affascinante, giocato sul contrasto tra la percussione delle corde di un piano preparato alternate alla melodia esposta alla tastiera. “Also sprach Raul” è caratterizzata dall'apertura con percussioni di area nord-africana, mentre “Pow Wow” è a mio parere uno dei temi più coinvolgenti, di impostazione prettamente jazzistica. L'interplay funziona benissimo, e nell'economia del gruppo la felice vena solistica del contrabbassista crea perfette situazioni di controcanto ed interscambio con il pianismo lirico e raffinato di Paliaga.
Paradossalmente, ma non troppo, per ora il trio ha avuto più riscontri all'estero che in Italia e le opportunità per vederlo all'opera in contesti live si è limitata a pochissime occasioni. Credo sia solo questione di tempo, un gruppo così raffinato e originale non può che ottenere il giusto riconoscimento. Da parte mia, come ho fatto per Meltemi, consiglio l'ascolto a tutti gli appassionati, soprattutto a chi, stanco dei capricci dei soliti divi o degli album fotocopia dei molti, cerchi nuove emozioni e freschi protagonisti.
Roberto Dell'Ava
VALUTAZIONE: * * * *
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