I pesci sono animali come tutti gli altri e, come gli altri, sono sfruttati, allevati in modo intensivo, uccisi senza pietà.
Parliamo un po' di pesci. La loro situazione non è certo migliore di quella degli altri animali usati senza scrupoli per l'alimentazione umana. Ma se nel caso dei mammiferi si fa strada una certa sensibilità e sempre più persone smettono di mangiarli, la sofferenza dei pesci resta ancora per tanti versi nascosta e misconosciuta, tanto che molte persone pensano che i vegetariani “il pesce lo mangino”, come se il pesce non fosse un animale, ma una sorta di “pianta”.
La sofferenza dei pesci nella pesca industriale. La sofferenza dei pesci nelle nostre “tonnare”, che vengono vergognosamente fatte oggetto di spettacolo per turisti e sponsorizzate come una “attrattiva” dalle istituzioni locali, è ancora niente rispetto alla pesca industriale. Anni luce dall'immagine “romantica” dei pescatori di Verga che sfidavano il mare per sfamare la famiglia, perché non conoscevano altro modo di vivere. Qui parliamo invece di enormi navi-fabbrica, equipaggiate con sonar, radar e scandagli acustici per la localizzazione dei branchi di pesci; dotate di reti grandi quanto un campo da calcio, reti a strascico, e le “reti da posta derivanti”, che rastrellano i mari facendo strage di tutta la vita che trovano. Reti che distruggono i fondali, habitat necessario per molte specie, e quindi spezzano l'equilibrio della catena alimentare degli animali marini. Uno solo di questi mattatoi galleggianti può uccidere in un anno 120.000 tonnellate di pesce – quante vite saranno? Un'enormità.
Sì, sappiamo che i pesci muoiono soffocati, ma ad esempio non sappiamo che i pesci da acque profonde (tra cui il merluzzo artico) muoiono in modo se possibile ancora più orribile: a causa della veloce decompressione che subiscono quando le reti vengono issate a bordo, i loro organi interni letteralmente scoppiano, e i loro occhi escono dalle orbite. Negli anni a cavallo del 2000 la Commissione europea ha introdotto una serie di divieti delle tecniche di pesca che più devastano l'equilibrio ittico ed ecologico dei mari. Ma queste misure non sono certo sufficienti a porre un freno a questa devastazione: basti pensare che secondo una relazione dell'ONU, il 77% delle risorse ittiche è ormai esaurito, e molte specie di pesci e di mammiferi acquatici sono in pericolo di estinzione. Non dimentichiamo poi che molti paesi “civili”, tra cui il Giappone, ignorano e sfidano le convenzioni internazionali e l'opinione pubblica con la loro violenta e insensata caccia alle balene.
In conclusione... Quando diciamo no alla carne, ricordiamoci che anche i pesci e tutti gli animali marini sono “carne”, non sono certo vegetali e non soffrono di meno solo perché non possono urlare.
LEAL Sezione di Sondrio
(da 'l Gazetin, aprile 2008)