Lo scorso 29 aprile, primo giorno della nuova legislatura, ho presentato un disegno di legge che ritengo sia fondamentale per l'affermazione dei diritti dei cittadini consumatori e utenti e per la giustizia: la riforma della class action, elaborato in collaborazione con l’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori).
Nella precedente legislatura è stato introdotto un modello di azione collettiva chiaramente inefficace a tutelare i diritti dei consumatori e molto criticato da tutti gli addetti ai lavori. Era stato stabilito il principio -anticostituzionale- che l'accesso alla giustizia non fosse per tutti: solo il cittadino consumatore può partecipare ad una class action, mentre tutti coloro che intendono tutelare i propri interessi nello svolgimento della propria attività lavorativa, ne sono esclusi (forse un contratto presunto truffaldino con un gestore telefonico o l'acquisto, a suo tempo, di un'azione o bond come Cirio o Parmalat, per esempio, non può riguardare anche un artigiano o un professionista?). Inoltre si stabilisce che, per l'indennizzo dopo sentenza favorevole, il ricorrente debba adire un tentativo di conciliazione con la parte perdente e, in caso di risultato negativo o non soddisfacente, proseguire in giudizio secondo l'ordinamento civilistico abituale: procedura che, prevedendo di fatto una durata di decenni, svilisce e rende poco interessante il ricorso a questo tipo di azione collettiva.
Il disegno di legge presentato oggi vuole introdurre una azione giudiziaria collettiva che tuteli i diritti dei soggetti coinvolti da illeciti plurioffensivi, traendo spunto dall'esperienza dei Paesi di common law (la c.d. class action) e rendere lo strumento compatibile con i principi del nostro ordinamento giuridico.
Alcuni presupposti:
- La legittimità ad agire deve essere concessa ad ogni soggetto che abbia interesse a farlo.
- L'introduzione del concetto di “danno punitivo” attraverso il quale si restituisce ai danneggiati da un illecito plurioffensivo, non solo il danno emergente ed il lucro cessante, ma anche l'eventuale maggior profitto realizzato attraverso l'illecito.
- Incentivare anche sul piano economico l'utilizzo dello strumento. Per questo è necessario eliminare qualunque rischio legale per i cittadini che aderiscono all'azione collettiva. Per i professionisti che seguiranno queste azioni giudiziarie è bene che sia disincentivato l'avvio pretestuoso e, al contempo, incentivate -anche economicamente- quelle meritevoli.
- L'automatismo fra sentenza e risarcimento del danno. Viene istituito il “curatore amministrativo”, nominato dal Giudice, il quale ha il compito –fra l'altro– di procedere all'esecuzione materiale della sentenza rimborsando direttamente i cittadini iscritti alla classe.
- La normatura di eventuali abusi.
- La transazione, affinché sia efficace, deve essere sottoposta a votazione di tutti i membri della classe.
Donatella Poretti
Qui il testo completo della relazione e del disegno di legge