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Ida Travi: "la terra è inferocita". Note di regia
Ida Travi
Ida Travi 
29 Aprile 2008
 

Gentile Di Scalzo,… accetto l'invito a pubblicare un mio scritto inedito su Tellusfolio. In realtà quello che allego è un testo particolare: un estratto dalle note di regia che ho scritto 'a mio
esclusivo uso' per la messa in scena di La corsa dei fuochi opera senza cornice, tratta dal libro + CD edito da Moretti &Vitali.

È un testo che prosegue la mia poetica, quasi una dichiarazione... ma mi è servito anche a trovare un modo di metterla in pratica.

Ho riportato in calce i nomi delle interpreti e i dati che servono a contestualizzare lo scritto.

Contiamo ora di riprendere lo spettacolo e portarlo in giro a partire dall'autunno, forse anche prima.

In fondo al testo ho inserito anche il rinvio al blog di Poetica&Uqbar che ha prodotto lo spettacolo e nel blog ne descrive l'intento e la poetica. Se andrai a vedere troverai anche il MANIFESTO PER UN TEATRO POETICO dove riconoscerai gli stessi elementi di riflessione che ho portato avanti in l'ASPETTO ORALE DELLA POESIA (di cui a suo tempo hai già riferito): il re-citare, il luogo ricreato dalla voce, il poco o niente che resta, l'abito.

Ti ringrazio per l'attenzione e ti invio un saluto cordiale.

 

Ida Travi

 

 

 

dalle note di regia

La terra è inferocita

appunti per un disegno luci

di Ida Travi


La corsa dei fuochi - opera senza cornice - è un’opera di Teatropoesia per voce musica e coreografia. Si configura in un andare ritmico (scansioni, interruzioni, riprese) (Entrata e uscita dal marmo, come il movimento della mani che spostano la tendina). Circolarità e ritorni, fissità e movimento, riprese da una sequenza all’altra in una corsa statica. Nei miei appunti di regia e di messa in scena, per indicare tecnicamente i toni di luce, ho ripreso direttamente alcuni versi dal libro.

Importante per me la conversazione con Guido Barbieri a Radio Tre Suite.

La conversazione mi ha reso consapevole d’una poetica chiaramente legata ad alcuni colori, poetica da me praticata in totale distrazione, come in una rimozione: l’immagine cioè, prima viene caricata d’un massimo di senso e poi viene spostata, pur senza averne il minimo intento.

 

La terra è inferocita, non parla più alla stirpe millenaria

La stirpe è millenaria, ed è in disfacimento: è l’antica stirpe dei mortali.

La scena si apre su una piccola altura: i mortali cominciano a strisciare sul fondo, anzi, scendono più sotto, sotto il punto stesso su cui poggiano i piedi. Si incuneano, quasi fossero invertebrati, sotto gli occhi di una sentinella.

 

Il tragico e il vittorioso

Per questo la terra è nera e inferocita: quella stirpe mortale che siamo, quella stirpe che dovrebbe stare eretta nella luce della coscienza, è scesa più sotto, sembra agitarsi al di sotto, non sa stare in silenzio e da un pezzo, ormai, ha raggiunto la chiacchiera tragica. La chiacchiera porta con sé una lunga catena di morti: il tragico e il vittorioso si saldano, fanno del mondo una tragedia perenne, uno spettacolo senza fine, un vero e proprio sproloquio, un luogo infernale.

 

L’azzurro

L’azzurro della foglia caduta è l’azzurro livido di questa stirpe in disfacimento.

Sul sangue e sulla notte c’è questo azzurro livido, non frutto dello spirituale ma segno del tremendo, l’ultimo cielo disabitato dopo il trasloco degli dei.

 

Il rosso

I fuochi si accendono e intorno tutto è nero: I fuochi rossi rompono il buio. Sono piccole esplosioni di sangue nella notte.

 

Il bianco

Il bianco è l’immensa distesa di neve, intatta, da qualche parte. Sopra la nostra testa. Da qualche parte, ignorata, c’è una purificazione in atto. L’immensa distesa di neve è il contrario dell’immensa notte. Qui le macchioline di sangue sono i segni d’un dolore che è rinascita: fa piangere tutti i nascenti ancora sollevati per i piedi/ la spina nel cuore ha macchiato di sangue/ l’immensa coltre di neve’.

 

L’albero

Mentre il mondo dorme sotto la neve, il verde dell’albero si staglia nella veglia, frondoso rifugio, seconda sentinella muta e senza casa.

 

Il silenzio

Il libro è pieno di silenzio. Ci sono poesie, ma conta di più il silenzio.

 

(Verona, dicembre 2007)

 

 

La corsa dei fuochi opera senza cornice poesia e regia di Ida Travi - azione scenica Daria Anfelli - coreografia Giuliana Urciuoli - musiche Andrea Mannucci - voce cantante Patrizia Simone - disegno luci Vittoria Coccia/Francesco Suppi – Produzione Poetica&Uqbar

(tratto da La corsa dei fuochi poesie per la musica, Moretti&Vitali, 2006, libro + CD audio)

www.poetica-uqbar.blogspot.com

L’opera è andata in scena con replica al Teatro “Camploy” di Verona il 26/27febbraio 2008 con il sostegno del Comune di Verona - Commissione Cultura 1ª Circoscrizione Centro Storico.


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