Dalla mezzanotte di oggi Marco Pannella inizia «uno sciopero della sete di dialogo nei confronti del Presidente della Repubblica, del Presidente del Consiglio, dei Presidenti delle Camere, dei Direttori di reti e di testate radiotelevisive e della stampa, cartacea e online». Appoggiamo questa lotta nonviolenta e parlamentare (è in programma per martedì la votazione in aula al Senato del decreto-legge di ostracismo nei confronti della nuova formazione della Rosa nel pugno) pubblicando la dichiarazione con cui Marco Pannella ha annunciato la sua scelta e rimandandovi al sito La Rosa nel Pugno per la conferenza stampa tenutasi il 20 gennaio e per la comunicazione ufficiale diffusa dalla formazione che... sta dando tanto fastidio.
«Lo sbarramento tentato contro le Liste della Rosa nel pugno, contro la loro partecipazione alle elezioni del 9 aprile, è di certo almeno il penultimo attacco volto e forse atto ad eliminare dalle istituzioni idee, convinzioni, ideali, lotte di Riforma colpevoli da decenni (e oggi più che mai) di essere quelli stessi propri alle immense maggioranze degli italiani ed estranee alle classi divenute dominanti, con il loro comune DNA – fascista, comunista, vaticano, oligarchico.
«Il recente studio EURISPES ne costituisce l’ennesima conferma: tutte le posizioni etiche e politiche che vede unita – pressoché a livello antropologico – la popolazione italiana, tutte, sono anche obiettivi e lotte liberali, laiche, socialiste, radicali di una sola forza politica: appunto la Rosa nel Pugno, quasi espressione puntuale dell’opinione pubblica, come specifico italiano dell’antropologia contemporanea.
«In questo contesto, il testo elettorale odierno è coerente con le ragioni, le necessità di imporre – pena la loro propria sopravvivenza – illegalità e delitti ANCHE PER VIA LEGISLATIVA. Se gli emendamenti di equità e di legalità che proponiamo al Senato non fossero accolti e non vi fossero ricorsi tempestivi, giuridici o politici, da conquistare, mi si pone personalmente il forte dubbio che il presentarsi potrebbe rappresentare un atto terminale di resa senza condizioni, di complicità, di manifestazione della sindrome di Stoccolma da parte di chi impersona la forza e la volontà di legalità, di democrazia, di giustizia nel nostro paese.
«Per il rientro nella legalità delle istituzioni italiane, Parlamento, Corte Costituzionale, Camera dei deputati, il ricorso all’arma civile della nonviolenza si rivelò la sola ragionevole e adeguata. Sarebbe contradditorio non farlo proprio oggi, dinanzi ad un misfatto di Stato che farebbe data nella storia contemporanea italiana. Da Domenica – quindi – inizierò uno sciopero della sete di dialogo nei confronti del Presidente della Repubblica, del Presidente del Consiglio, dei Presidenti delle Camere, dei Direttori di Rete e di Testate radiotelevisive e della Stampa, cartacea o on-line che sia».
Marco Pannella
(Roma, 20 gennaio 2006)