Durante la campagna elettorale, Silvio Berlusconi ha annunciato una cordata imminente – in contrapposizione all'ipotesi Air France, che avrebbe salvato Alitalia.
Si è trattato del primo (e riteniamo unico, irripetibile) caso nel quale un candidato premier commette deliberatamente un reato in campagna elettorale a fini elettorali.
Secondo le nuove norme sul reato di aggiotaggio, infatti, affinché il reato si consumi non è necessario che colui che diffonde notizie in grado di turbare l'andamento del mercato ne tragga (o possa trarne) un vantaggio. È sufficiente la diffusione di notizie false e tendenziose in grado di turbare i mercati.
Passate le elezioni, apprendiamo dai giornali che secondo il presidente del consiglio in pectore l'ipotesi Air France è sempre in campo e che ne parlerà con Sarkozy. Nel frattempo pare che anche al presidente russo Putin sia stata offerta stata offerta Alitalia, ma che lo stesso abbia garbatamente declinato...
La domanda – come diceva qualcuno – sorge spontanea: Presidente, che fine ha fatto la cordata Alitalia? Abbiamo il vago sospetto che la cordata fosse una pura invenzione per prendere qualche voto in più (perfettamente riuscita, fra l'altro) a discapito degli investitori dei titoli Alitalia e – soprattutto – in violazione della legge.
Vedremo se il presidente della Consob che – all'epoca aveva aperto un'indagine sul caso Alitalia – saprà opporre al Presidente del Consiglio le giuste conseguenze dei suoi atti.
Chissà perché, ancora una volta, abbiamo il vago sospetto che tutto finirà in una bolla di sapone.
Alessandro Pedone
responsabile Aduc per la tutela del risparmio