La prevista sconfitta elettorale è arrivata ed è senz’altro terapeutica. Queste elezioni saranno certamente ricordate per la vittoria netta di Berlusconi e per la riduzione a forza extra-parlamentare della sinistra più estrema, quella raccolta nella coalizione arcobaleno. Noi speriamo, però, che queste elezioni possano essere ricordate, soprattutto, per avere segnato l’inizio di quel rinnovamento che Veltroni ha finora solo tentato e che è necessario per la maturazione democratica del Paese. Per questo adesso bisogna guardare avanti, ai Democratici americani, ai Socialisti spagnoli e francesi, ai Laburisti britannici e ai Socialdemocratici tedeschi per proseguire nella creazione di un sistema bipolare dell’alternanza basata su contenuti e proposte. Per questo sarebbe un errore rinchiudersi nei propri fortini in attesa che l’avversario si scomponga, facendo prevalere gli interessi partitocratrici di gruppi e gruppettini vari che bivaccano su questa o quella amministrazione.
Il Partito Democratico non è un dato di fatto, ma è una conquista ancora da raggiungere.
Compito dei radicali è guardare avanti per rafforzare e costruire un percorso laico che sia di riferimento per le idee liberali, socialiste, radicali e libertarie, che sappia mettere al centro le libertà dell’individuo, i diritti e i doveri, le riforme economiche liberali, una politica estera di promozione dei diritti e della democrazia, l’ambiente e l’economia come due facce inscindibili della stessa medaglia. È questo il nostro contributo alla costruzione del PD e l’assemblea già convocata a Chianciano (2, 3 e 4 maggio) è la prima occasione, non da reduci, ma da protagonisti per tutti coloro che vorranno partecipare. Intanto la pattuglia radicale andrà ad occupare quei banchi che nel 1976 vennero contestati in rappresentanza, anche, di tutti gli assenti e dei contestatori di allora.
Vogliamo poi sottolineare anche un altro aspetto: il tonfo della lista antiabortista di Giuliano Ferrara, a dimostrazione che gli elettori cattolici ai quali faceva appello, come tutti gli elettori, scelgono non in base a proclami ideologici o religiosi ma in base a prospettive politiche. Sui cosiddetti “temi etici” il polso del Paese non è antiabortista, come non è antidivorzista, come non è antiscientista, a dispetto di un centrodestra sbilanciato e genuflesso in gran parte della sua dirigenza. Anche su questi temi, aborto, legge 40, testamento biologico, riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto, occorre che il Partito Democratico sappia guardare senza timori a Tony Blair e Gordon Brown, a Zapatero e ai Democratici americani.
Silvio Viale e Igor Boni
Presidente e Segretario dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta e membri del Comitato nazionale di Radicali Italiani
(da Notizie radicali, 15 aprile 2008)
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