E rieccoci, dunque, nelle mani di Berlusconi.
La “pancia del Paese” - come l'ha definita oggi su Repubblica Massimo Giannini - è con lui.
Questo il verdetto, che lo si condivida o no: il popolo sovrano ha scelto lui. Lui, che resta l'uomo che più l'ha convinto, anche ora che non parla più di miracoli. Anche se, in questa campagna elettorale, ha più volte affermato di non disporre più di bacchette magiche.
Ci risiamo, e per la terza volta. Incuranti del personaggio, avvoltolato nelle sue tormentate vicende giudiziarie; incuranti del conflitto di interessi che continua a rappresentare. Nonostante l'exploit degli ultimi giorni antecedenti le elezioni, quando ha definito il suo ex stalliere e guardia del corpo Mangano - uomo al soldo della mafia, con anni di carcere alle spalle, condannato a due ergastoli in primo grado nel 99 poco prima di morire - niente meno che un eroe.
Nonostante si sia pronunciato contro chi si è messo ad indagare le esemplari forze dell'ordine del G8, anziché condannare chi ha sfasciato la città di Genova, dimentico di quanto è emerso al processo - non certo con la necessaria eco - circa le torture di Bolzaneto, da parte di poliziotti, carabinieri e perfino medici...
Sì, l'Italia è nelle mani di Berlusconi; il campione degli italiani furbi, di quelli che, quando non pagano le tasse, è perché son troppe e troppo esose, di quelli che difendono le sue ripetute gaffes perché sono solo ironiche battute da guascone, per lo più fraintese dalla stampa di sinistra. (anche quelle che han danneggiato seriamente trattative delicate - vedi Alitalia - o offeso categorie di persone, lavoratori o interi elettorati...)
E chi l'ha votato non ha evidentemente avuto perplessità circa un partito che è nato in maniera autocratica dal predellino di un'automobile. Ha messo da parte le convinzioni storico-patriottiche di cui si faceva vanto (vedi l'elettorato di Fini) per sacrificarle volentieri al cavalierato del suo leader. La Resistenza verrà eliminata dai programmi scolastici? l'unità d'Italia sarà vanto anacronistico da scrollarsi di dosso in nome del federalismo alla Bossi? il divario nord-sud incrementato ancor più?
Certo, una parte d'Italia avrà quel che ha dimostrato di volere. Sarà l'Italia populista, pronta a scaldarsi per un'ICI in meno da pagare o a “decidersi” dopo la promessa di un bollo-auto eliminato (MA forse, solo se il tesoretto davvero ci sarà, MA so già che non ci sarà perché Veltroni è un bugiardo!... MA quindi, scusi, come si eliminerà il bollo? resta da chiedersi...), l'Italia insofferente alle regole e diffidente nelle istituzioni, l'Italia che in nome di quelle ed altre tasse in meno da versare è pronta a non interrogarsi su come si possano trovare i denari per coprire quei 33,9 miliardi di promesse fatte!
E non si lamenti del futuro andazzo quella parte dell'Italia che ha preferito non schierarsi, quelli che non han frapposto ostacoli, che han deciso per il non-voto al motto scontato del "son tutti uguali" o seguendo le ragioni di un'antipolitica alla Grillo che ha fatto più male che bene, se non è stata capace di apprezzare chi - Veltroni - alcune di quelle istanze (le sole attuabili in un sistema che comunque si basa su una società democratica da amministrare) per primo ha fatto proprie, proponendole in una campagna elettorale che in pochi mesi ha comunque convinto uno zoccolo duro vicino al 34% dei voti.
Andrà avanti, il PD, crescerà come ha dimostrato nel panorama politico e sarà quel partito riformista che serviva, serve e servirà sempre più, ci si può scommettere. Le radici son state messe, il vecchio schema spiazzato. Di quest'Italia che si avvia verso un sistema veramente bipolarista si deve dar merito a Veltroni.
E si dovrà interrogare anche l'elettorato della sinistra alternativa, quella che ha creduto di essere rappresentata dall'Arcobaleno: una coalizione per quattro sigle accomunatesi in corner. PDCI, Rifondazione, Verdi e Mussi: una coalizione che evidentemente non ha convinto, un'offerta che non ha ben ponderato le proprie possibilità. E che deve imparare ad usare meglio la bilancia quando pesa su di un piatto le proprie supposte coerenze ideologiche e sull'altro la necessità di farsi interprete di una parte di italiani. Italiani che non vivono anch'essi “all'opposizione” sotto l'aura protettiva di chissà quale “intoccabile coscienza di sinistra”, ma al contrario devono fare i conti con il Paese come tutti, standoci al meglio, che diventa meglio possibile, non con niente del tutto visto che chi li rappresenta è intento a mantenersi puro (mentre comunque può dormire sonni tranquilli) intanto che loro restano con le pance vuote. In questo ha ragione Maroni: gli operai, molti, si rivolgono alla Lega. Non sarà che alle sinistre alternative si guardi da una privilegiata condizione radical-chic?
Ad esser stata sconfitta è l'Italia dei lavoratori, della legalità, della giustizia, dell'attenzione al sociale. L'Italia che comunque in molti continueremo ad auspicare per i nostri figli.
Annagloria Del Piano