Mancano i gesuiti, ma non bisogna disperare, c’è tempo e fanno in tempo ad arrivare. Famiglia Cristiana ritiene inopportuno che Marco Pannella possa diventare senatore a vita. Non gli si riconosce alcun merito, e non ha, sostiene il settimanale dei paolini, nessuna di quelle caratteristiche e “qualità” che giustificherebbero la nomina. Fosse per loro – e non è detto che prima o poi questa loro proposta retroattiva non la avanzino – anche ad Alessandro Manzoni andrebbe revocata la “medaglietta” senatoriale: “colpevole” di essere stato un cattolico liberale, di aver votato per Roma capitale, e di aver scritto un romanzo che arbitrariamente viene considerato della “Provvidenza”.
Ci sono poi personaggi come Paola Binetti, che non si sa che cosa vogliano, a quale titolo parlino, perché siano accreditate come rappresentanti del mondo cattolico italiano, chi abbia conferito tale ruolo.
Nel grande contenitore che è – o dovrebbe essere – il Partito democratico, c’è – o ci dovrebbe essere – spazio per tutti; ma evidentemente come nella fattoria orwelliana, tra i “tutti” c’è qualcuno che è più “uguale” di altri. Quell’uguale, per una sorta di ma lezione storica, sono i radicali.
I radicali nell’ambito dell’accordo elettorale stipulato con il PD hanno accettato condizioni gravose e umilianti. Hanno accettato veti e diktat che a nessun altro sono stati richiesti, culminati con l’esclusione dalle liste di Marco Pannella e di altri esponenti “non graditi”. Accordi e “patti” sono stati sistematicamente e unilateralmente violati.
Ai radicali si chiedono inoltre, ogni cinque minuti “bollini” di fedeltà e di affidabilità che a nessun altro vengono chiesti, come se la nostra storia e il comportamento che i radicali hanno assunto nel corso della passata legislatura non abbia alcun valore.
Per contro a un Antonio Di Pietro e all’Italia dei Valori viene consentito di tutto, qualunque proposta anche la più stravagante, qualunque comportamento, anche il più contraddittorio, qualunque smentita di accordo anche se stipulato cinque minuti prima. Per non parlare della già citata Paola Binetti, che dichiara ogni giorno che una volta eletta continuerà a comportarsi come al Senato, in violazione di qualunque accordo o “patto” siglato con il partito che la elegge e il programma che ha sottoscritto. L’altro giorno, per esempio ha annunciato – certo, poi con smentita blanda – che mai voterà uno dei punti previsti nel programma del PD, quello relativo ai diritti delle coppie che non siano unite dal vincolo matrimoniale.
È sconcertante che dal loft nessuno ricordi alla senatrice Binetti che viviamo in un paese laico, dove quello che la senatrice considera peccato non costituisce reato; che l’Italia ancora non è una repubblica dell’Opus Dei; e che le leggi dello Stato non sono dogmi di fede o obblighi, ma facoltà. Il dire e il fare della senatrice Binetti è caratterizzato da una infinita sequela di verboten, evidentemente sogna un mondo avvolto nel cilicio.
Alla senatrice Binetti va detto un chiaro, forte e definitivo: “Lasciateci campare!”. Quando, compagni del loft vi deciderete a dirlo con noi?
Valter Vecellio
(da Notizie radicali, 4 aprile 2008)