Questo progetto nasce da un'urgenza. Ma non un'urgenza-coda della manifestazione femminista del 24 novembre 2007. Semmai, questa è stata una spinta, quella definitiva, che ci ha fatto capire che dobbiamo organizzarci, che dobbiamo sensibilizzare il prossimo.
Già. Sensibilizzare. Perché né donne né uomini (la maggior parte, intendo) ha una minima idea di quanto grave sia la condizione femminile, in Italia. Certo, anche nel mondo ma cerchiamo di aiutare a cambiare qui, dopo di ché potremo agire in modo globale.
La realtà vera è che una donna su tre subisce violenza. Violenza di ogni genere. Stupro e assassinio, certo, ma anche percosse regolari dal compagno-marito-fidanzato, molestie per strada ed al lavoro, ricatti sessuali, ricatti morali, alienazione completa.
Conosco queste realtà perché, come molte di voi, le ho vissute sulla mia pelle e le ho viste subire da persone a me care.
Pensavamo di essere le uniche a provare fastidio per questa filosofia della mercificazione del corpo della donna che vedevo alla tv, nei giornali, nelle parole quotidiane. La donna è ancora un oggetto, per gran parte dei maschi italiani. La donna è un possesso.
Qui, in questo gruppo, noi tutte parliamo delle nostre vite, delle nostre difficoltà, di proprie esperienze ed esperienze che vediamo da vicino. Non abbiamo la presunzione di risolvere i problemi. Non abbiamo le competenze, per farlo. Ma sappiamo cosa vuol dire essere sole, cosa vuol dire subire violenza, quanto sia difficile parlarne.
È un gruppo di sole ragazze, non per una questione puramente sessista. Semplicemente perché forse qualcuna non si sentirebbe libera di parlare, si sentirebbe in qualche modo giudicata.
Noi non siamo qui per giudicare.
Anche in casi delicati come l'aborto, dobbiamo lasciare da parte le nostre opinioni etiche e religiose ed aiutare, ascoltare, ascoltare veramente. Di giudizi ne è pieno il mondo.
Aiutiamoci ad aiutarci.