La recensione di Antonio Fiori in Lo Scaffale di Tellus sul libro di Serge Latouche ha spinto la Redazione in cerca di siti e blog sulla “Decrescita”. Antologizziamo questo di Altrove che fa ricorso, per le sue tematiche, ai santi protettori anche di TELLUSfolio-Critica della Cultura: il comunitarismo, la prassi libertaria, e le esperienze più evocative dei proto-surrealisti francesi come Jarry. “Scritture & Web” crea dunque, per i navigatori-lettori, e con spirito di servizio per la libertà d'informazione (e trasformazione del presente) un trait-d'union con un movimento che fa proposte intelligenti e praticabili. (Claudio Di Scalzo, discalzo@alice.it)
http://altrove-decrescita.blogs.it
dal Sito-Blog Altrove:
DECRESCITA: UN PROGETTO PATAFISICO?
Come recita il dottor Faustroll, nell'opera di Alfred Jarry, la patafisica è la «scienza delle soluzioni immaginarie, che accorda simbolicamente ai lineamenti le proprietà degli oggetti descritti per la loro virtualità».
La patafisica esiste da quando esiste il mondo, lo permea totalmente e contrariamente alle altre scienze, non si occupa delle regole, ma piuttosto delle eccezioni, delle particolarità soggettive prese nella loro totalità.
La patafisica non è una negazione che aspira a divenire una nuova affermazione. Essa non pretende di salvare il prossimo riformandolo, ma di lasciarlo liberamente esprimere la propria soggettività creativa.
La patafisica è didattica che si esprime attraverso l'esempio senza pretendere di poter guidare qualcuno con un fare pedagogico, ma è un metodo senza un preciso scopo se non quello di liberare le energie assopite di tutta l'esistenza.
La patafisica è monolitica e libertaria, ritualistica e scanzonata, profetica e anti-messianica.
La patafisica pone sullo stesso piano di equivalenza l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo e non crede nel valore assoluto delle contrapposizioni convenzionali: bello e brutto, spirito e materia, bene e male, vita e morte, bianco e nero ecc.; eppure le comprende tutte.
La patafisica non persegue alcuna costruzione chiusa, con pretese totalitarie e definitive, bensì un continuo accrescimento, ed una continua riclassificazione, su basi logiche, dei dati forniti incessantemente dall'esperienza; non contiene alcun dogma o limitazione, intolleranza o fine ultimo o riduzionismo, né alcuna formula pretenziosamente definitiva, sintetica e globale.
Se anche una verità unica, una verità superiore, una verità chiave esistessero, e se anche esse fossero riconducibili ad un dio, esse non potrebbero restare che 'indeterminate', suprema e irraggiungibile meta verso la quale si muoverebbe incessantemente - appunto, patafisicamente - una pluralità, continuamente accresciuta, risistemata e risistemabile di simboli dal significato frammentario, provvisorio, e solo parzialmente accessibile.
Poiché non esistono differenze categoriche essenziali e definitive, le categorie aristoteliche sono delle classificazioni artificiose che generano delle differenze convenzionali, artificiali, e niente affatto essenziali.
Il quesito fondamentale della patafisica: anche se il principio di indeterminazione non fosse valido per la storia e per i fatti, esso sarebbe pur sempre valido per il modo di conoscerli e di interpretarli?
Detto questo veniamo ad analizzare la Decrescita cercando di fare un parallelismo con la Patafisica cercando di aumentare il numero delle domande e dei dubbi, quale sua vera essenza fondamentale.
La Decrescita è una direzione che vuole indicare una via di uscita, una soluzione immaginaria che cerca di dare una risposta ai catastrofici eventi innescati dal monopolarismo americano dall'11 settembre a oggi, una indicazione che vuole arrivare a segnare una mappa che possa farci uscire dall'oscuro labirinto di questo nuovo medioevo senza forma né contenuto.
La Decrescita esiste da poco tempo ma allo stesso tempo permea il mondo da sempre ritrovandone tracce da Eraclito alla Deep Ecology fino alla bioeconomia di Georgescu-Roegen, per quanto riguarda la cultura occidentale, e dai taoisti ai maya per quanto riguarda il resto del mondo. Essa cerca anche di ridare ad ogni singola realtà comunitaria la propria dignità di eccezione culturale non omologabile.
La Decrescita vuole essere un personalissimo esperimento di applicazione creativa di uno stile di vita ecocompatibile rivolto all'apertura di ognuno verso il pensamento di ciò che essa potrebbe essere.
La Decrescita non è una negazione nata da una opposizione ma un atto di devalorizzazione della crescita, quel fondamento che guida l'opera collettiva e funzionale del sistema capitalistico, e non pretende di specificare un'affermazione alternativa chiara e conchiusa.
La Decrescita vuole e-ducare alla catastrofe, portando fuori il disagio personale per collettivizzarlo in azioni liberatorie dell'intero pianeta a partire dalla specie umana.
La Decrescita è libertariamente comunitaria quando profetizza gli esiti nefasti dell'opera umana cercando in rituali collettivi di socializzazione la chiave di volta del ripensamento consapevole di ognuno.
La Decrescita cerca di individuare i rapporti di scala fra l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo, cercando di individuare i rapporti transdisciplinari che sottintendono all'esistenza della complessità, nella considerazione che ogni assolutizzazione distintiva del giusto e dell'ingiusto ha soltanto conseguenze deleterie che non rispettano le diversità biologiche e culturali del pianeta.
La Decrescita non persegue alcun 'disciplinar-ismo', nessuna costruzione chiusa che abbia pretese totalitarie e definitive, bensì un continuo accrescimento sperimentale ed una continua riclassificazione, su basi logiche, dei dati forniti incessantemente dall'esperienza rispetto alle forme di comprensione corretta della realtà.
La Decrescita non contiene alcun dogma o limitazione alle potenzialità umane, intolleranza o riduzionismo, né alcuna formula pretenziosamente definitiva, sintetica, globale e/o teleologica.
Seppure una destinazione dell'umanità potrebbe realmente esistere nei nostri geni, la decrescita è cosciente dell'indeterminatezza storica creata nel flusso continuo del divenire che attraversa ogni attimo della nostra esistenza, quindi non può pervenire a nessuno stadio finale dell'umana società.
Questo mio personalissimo parallelismo translitterale vuole essere una provocazione che possa permettere di accrescere il dibattito attuale sulla Decrescita, quale unica risposta politica sensata alla mancanza di senso trascinata dal naufragio che lo sviluppo capitalistico sta apportando nei cuori di tutti.
Attendendo commenti inquisitori sulla questione di questo parallelismo vi ringrazio tutti anticipatamente.
AMEN
CITAZIONI UTILI
Ce n’è abbastanza per le necessità di tutti, ma non per l’avidità di ciascuno. Mahatma Gandhi
Lo sviluppo sostenibile è come l'inferno, lastricato di buone intenzioni. Serge Latouche
Lo «sviluppo» è simile ad una stella morta di cui ancora percepiamo la luce, anche se si è spenta da tempo, e per sempre. Gilbert Rist
Lo sviluppo è un viaggio con molti più naufraghi che naviganti. Eduardo Galeano
La separazione delle discipline rende incapaci di cogliere “ciò che è tessuto insieme”, cioè, secondo il significato originario del termine, il complesso. Edgar Morin
Oggi è pacifico che l'unità di sopravvivenza nel mondo biologico reale è l'organismo più l'ambiente. Stiamo imparando sulla nostra pelle che l'organismo che distrugge il suo ambiente distrugge se stesso. Gregory Bateson
Ciascuno di noi è ricco in proporzione al numero delle cose delle quali può fare a meno. Henry D. Thoreau
Occorre vivere più semplicemente per permettere agli altri semplicemente di vivere. Ernst Fritz Schumacher