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Incontri molto… ravvicinati del quarto tipo (1978) di Mario Gariazzo e Gianfranco Baldanello 
Quando il trash si fa cinema
05 Aprile 2008
 

Interpreti: Maria Baxa, Monica Zanchi, Marina Daunia, Mario Maranzana, Alessio Pigna, Orazio Donati, Calogero Buttà, Jimmy il Fenomeno (Luigi Origine Soffiano). Regia di Roy Garrett (Mario Gariazzo) - ultimata da Gianfranco Baldanello (non accreditato). Soggetto e sceneggiatura: Roy Garrett. Fotografia: Aldo Greci. Musica: Alessandro Alessandroni. Montaggio: Vincenzo Tomassi.

 

Incontri molto… ravvicinati del quarto tipo è un film dichiaratamente trash che è diventato oggetto di culto, anche perché è introvabile sul mercato dell’Home Video. Non credo ne abbiano mai fatto una VHS e non è mai uscita un’edizione masterizzata su DVD, ma ritengo che l’operazione meriterebbe. Il film è originale anche nelle vicende produttive, viene scritto e sceneggiato da Mario Gariazzo come parodia di Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977) di Steven Spielberg, ma il regista non lo termina a causa di un curioso incidente sul set. Mario Maranzana deve utilizzare un fucile per motivi di copione, solo che per errore spara un colpo di doppietta sul regista e lo manda all’ospedale. La produzione corre ai ripari e chiama a sostituirlo Gianfranco Baldanello, regista attivo nell’erotico-campagnolo (il film si svolge in campagna), rapido nell’esecuzione e maestro nell’arte di arrangiarsi. La pellicola viene terminata in tempi brevi seguendo il canovaccio indicato da Gariazzo, ma accentuando gli aspetti erotico-trash cari a Baldanello. Gariazzo non ama Incontri ravvicinati… perché è venuto diverso da come avrebbe voluto, ma tutto sommato è un cult del trash proprio per questo motivo.

Incontri molto… ravvicinati del quarto tipo è la povertà tecnica fatta pellicola, l’esempio di come negli anni Settanta si poteva fare un film partendo da due belle attrici disponibili a spogliarsi, una storia squinternata e tanta buona volontà. Maria Baxa è la protagonista principale, nei panni di una sensuale professoressa di astrofisica che vive con la servetta veneta (Monica Zanchi) in un casolare di campagna e sogna di avere un contatto con gli extraterrestri. Mario Maranzana e Marina Daunia sono i solerti vicini di casa che accorrono per difendere le due ragazze dalla presunta invasione extraterrestre. Maria Baxa è una deliziosa jugoslava di Belgrado che non ha lavorato molto nel cinema italiano, ma quel poco che ha fatto è stato quasi esclusivamente nel campo dell’erotico e del poliziottesco. Incontri molto ravvcicinati… è il suo ultimo film, quello che si ricorda di una poco brillante carriera, soprattutto per una storia che a livello di erotico-trash non ha uguali. Maria Baxa sembrava destinata a una carriera prolifica, anche perché il produttore Dino De Laurentis l’aveva messa sotto contratto per tre anni e la voleva portare negli Stati Uniti, ma in realtà interpretò solo una decina di film. La bella slava dai biondi capelli ricci e gli occhi azzurri a un certo punto della sua vita abbandonò il cinema per dipingere quadri e stoffe. Forse ha fatto bene, perché dopo un film così trash come Incontri ravvicinati del quarto tipo sarebbe stato difficile consegnare alla storia del cinema di genere qualcosa di altrettanto memorabile.

Questo film negli anni Ottanta veniva passato a ripetizione sulle televisioni libere e lo abbiamo visto quasi tutti. Peccato che pochi abbiano tenuto copia. Un film trash come questo meriterebbe di essere studiato per capire cosa poteva realizzare l’inventiva del cinema italiano con una macchina da presa e un set senza tante costrizioni, se non quella di spendere poco. Accanto all’affascinante Maria Baxa c’è la bella e sensuale Monica Zanchi, pure lei al suo ultimo film, che ricordiamo attrice di Joe D’Amato nella serie Emanuelle con Laura Gemser. Marina Daunia delizia lo spettatore con l’esposizione di un sedere affacciato alla finestra e concupito più volte dai tre finti extraterrestri. Mario Maranzana rappresenta l’elemento di comicità come contadino imbranato che prende il fucile per scacciare gli alieni, resta irretito dalla vista delle belle vicine in atteggiamenti saffici e viene fatto cornuto più volte dai ragazzi che si fanno una moglie consenziente. Alessio Pigna, Orazio Donati e Calogero Buttà sono tre sconosciuti, molto bravi nella parte degli studentelli arrapati che si travestono da extraterrestri per scopare professoressa, serve e moglie del contadino. Jimmy il Fenomeno è il custode di un teatro che presta i costumi da alieni ai tre studenti. Il merito di aver spinto l’acceleratore sulla componente erotica è di Baldanello, mentre Gariazzo avrebbe voluto girare un comico-fantascientifico meno spinto. La storia è proprio assurda. Tre studenti si fingono extraterrestri per sedurre una professoressa di astrofisica che si chiama Emanuelle (Maria Baxa) e la cameriera veneta Monica Zanchi. Memorabile la canzonetta della sigla: “Siam venuti sulla terra con pacifiche intenzioni, non rompeteci i coglioni ma lasciateci scopar…”. Sono molte le sequenze trash da citare. Si comincia con una lezione di astrofisica all’università con i tre studenti che inseriscono foto di culi e di accoppiamenti erotici mentre la professoressa spiega i buchi neri. L’allegoria è sottile, soprattutto perché subito dopo arrivano le domande e i tre studenti vogliono sapere se gli extraterrestri scopano, fottono o chiavano. I tre ragazzi si travestono da extraterrestri con ridicole tute munite di un tubo ricurvo che collega la bocca al petto, un elmo con lampada in testa, stivaloni neri e fucili giocattolo luminosi. Vogliono fare uno scherzo alla professoressa e mettono in scena un finto atterraggio nel bosco con fumo rosso e fuochi d’artificio. Una delle parti più trash è l’ingresso in casa quando circondano Maria Baxa e la obbligano a spogliarsi fischiettando un improbabile linguaggio alieno. Vediamo la Baxa in tutto il suo splendore e i ragazzini fischiettano cose censurate, mentre il regista inserisce nei sottotitoli persino la traduzione dei commenti. Arriva Maranzana con il fucile colpevole di aver messo fuori gioco Gariazzo e si produce in una sequenza tipica della commedia sexy, perché invece di mettere in fuga i marziani spia la professoressa nuda. Gli alieni che fischiettano arrivederci e se ne vanno sono il massimo del trash, ma anche Maranzana che spara al lampadario perché guarda il culo della professoressa non è male. Come disse Giusepe Garibaldi alla battaglia di Aversa ogni lasciata è persa, affermano i tre studenti. E si va avanti. Tornano all’assalto e analizzano a fondo la professoressa come cavia erotica, ma non si accontentano di lei, vogliono spogliare pure la serva. In una prolungata sequenza erotica si nota la mano di Baldanello che inserisce spezzoni con altra colorazione, qualificabili come inserti porno, per insistere su particolari anatomici. Un marziano disegna, uno accarezza e tocca le due donne, un altro è in cucina che svuota il frigo e pensa soltanto a mangiare. L’alieno che beve Coca Cola con l’imbuto è un’altra scena delirante da non perdere. A questo punto arriva Maranzano e fa scappare gli alieni mentre le due donne completano l’opera con un rapporto saffico ricco di particolari e di inserti porno alla Badanello. Accenni di commedia sexy li troviamo con Maranzano e la moglie alla finestra mentre spiano il rapporto, l’uomo viene colpito da una bastonata e i finti alieni si fanno la moglie dopo aver sollevato la gonna e scoperto un sedere niente male. Ci volevano i marziani per farti tornare come una volta! afferma la moglie entusiasta. Ma non è stato il marito… Maranzana imbraccia il fucile e comincia la caccia ai marziani di merda (sic!) che l’hanno fatto cornuto, imprecando alla bottana spaziale di vostra madre, da buon siculo geloso. La moglie è allupatissima, cambia carattere, diventa allegra e gioviale, racconta l’esperienza erotica alla professoressa e alla serva che vorrebbero provare il sesso alieno. Racconta la scopata e accarezza sensualmente un manico di scopa come se fosse un membro umano. La metafora non è di grande finezza ma rende bene l’idea. Ala fine dice: “Scoperanno anche come mettere una spina… come dice lei… ma era una gran bella spina… se lo sapevo sposavo un elettricista!”. Maranzana scambia i tre studenti nell’auto per omosessuali, qualcuno ha rubato i loro abiti borghesi e devono dormire nudi, ma non sospetta niente. Vediamo un nuovo rapporto erotico-trash sul prato tra due marziani e le belle protagoniste, ma ancora Maranzana interrompe la scena e fa scappare i ragazzi. Il bello è che si rifugiano in casa del contadino dove sorteggiano chi deve scopare per primo la moglie del contadino, già pronta alla finestra con il sedere disponibile. Da citare come massimo del trash i pensieri elettrici di Marina Daunia che ricorda le affermazioni della professoressa su come fanno l’amore i marziani. “Sarà anche una spina, ma è una gran bella spina”. Il regista alterna fili elettrici e scopate. Il finale è imprevedibile. I ragazzi riportano i costumi a teatro, vengono arrestati vestiti da donna da un solerte vigile, vanno a lezione e sognano la professoressa nuda. Beba Loncar invita gli studenti nel suo ufficio e riconsegna i loro vestiti. Scopriamo soltanto adesso che proprio lei aveva rubato gli abiti dei ragazzi, sapeva che non erano alieni e voleva fare un gioco erotico. Il film termina con un’immancabile doccia di Beba Loncar, una scopata a tre con la Zanchi e infine la professoressa conclude il gioco e si mette a disposizione dei ragazzi. Un tocco di finezza del regista alterna scene di sesso a visioni di un autoscontro del Luna Park per rendere ben visibile la metafora del gioco.

Pellicole come questa non se ne girano più e vi consiglio di cercarla per rendervi conto a quali deliranti livelli poteva arrivare la fantasia di registi e sceneggiatori del cinema bis degli anni Settanta.

 

Gordiano Lupi


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