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“Acqua di mare” di Charles Simmons 
L’estate di Misha sullo sfondo di un mare con lo stesso sapore delle lacrime
30 Marzo 2008
 

Charles Simmons

Acqua di mare

Edizioni BUR, 2007, pagg. 157, € 8,40

 

Un’estate indimenticabile quella del sedicenne Michael (detto Misha), trascorsa sull’isola atlantica di Bone Point nel 1963.

Indimenticabile come per tutti è stata la stagione del primo amore, ancor più fascinoso se vissuto al mare. È Zina l’oggetto del desiderio di Misha; la nuova inquilina della foresteria, venuta con la madre a trascorrere le vacanze sull’isola. Un’apparizione già alla prima vista, «bellissima anche capovolta» sulla spiaggia, al sole. Occhi e capelli castani, la pelle di un bruno chiaro, le labbra cesellate di un rosso vermiglio… Il suo fascino è conturbante, Zina sa dispiegarlo come un’arma di seduzione invincibile e i suoi strali cambieranno il corso di quelle fantastiche giornate, immortalate nella descrizione di Simmons come fotografie virate in seppia di un passato struggente e cristallizzato (la narrazione è in prima persona e la voce è di un Michael ormai adulto da un pezzo).

Ma non è solo l’amore e i suoi palpiti sconosciuti quanto inesorabili a tessere la trama di questo romanzo breve; è soprattutto il rapporto fra Michael e il padre a fare di Acqua di mare davvero un capolavoro di stile asciutto e misurato e di emozione. Non una parola sprecata, come ha sostenuto la critica. Le giornate passate col papà a pescare, le nuotate al largo a sfidare il reflusso della marea, di nascosto dalla madre apprensiva, i grandi discorsi che poche volte – ma quando avviene è meraviglioso – un figlio può condividere col padre, eroe imperfetto e affascinante, i segreti intuiti e mantenuti… E ancora, nel libro si narra di un terzo, e non meno importante, amore: quello per il mare, per il mondo marino, con i suoi riti conosciuti e con le sue improvvise epifanie.

Charles Simmons, americano del 1924, ha pubblicato solo cinque romanzi nell’arco di trentaquattro anni; con Acqua di mare del 1998, primo dei suoi libri edito in Italia, l’autore afferma di essersi ispirato a Primo amore di Turgenev, attuando una serie di variazioni sul tema, a titolo di omaggio e di esercizio.

Scritto da un Simmons ultrasettantenne, il racconto dà voce a emozioni giovani e rievocate con una capacità di immedesimazione notevole che veramente fa credere il lettore alle parole dell’autore/Misha, quando nel finale sostiene di sentirsi ancora, e senza conoscerne il motivo, quel bambino d’allora.

 

Annagloria Del Piano

(per 'l Gazetin, aprile 2008)


 
 
 
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