Tutti i quotidiani nazionali riportano il tragico calo del turismo a Napoli. Capri, anche, di riflesso, subisce le conseguenze. Hotel cinque stelle, prestigiosi, simboli di Napoli, costretti a chiudere... Ristoranti e pizzerie, ovviamente, semideserti. Un danno enorme, con caratteristiche che rischiano di sfiorare l'irreversibilità dell'evento.
Il sistema sanitario locale è compromesso. Le amministrazioni dovranno deviare flussi di denaro destinati ad altri servizi per provvedimenti a tutela della salute dei cittadini costretti a vivere in questo contesto ambientale. L'economia di questo settore (già molto fragile e in difficoltà prima dello scandalo dei rifiuti) subisce così un altro duro colpo. È il cane che si morde la coda.
La cosa sorprendente (in Italia poi neanche tanto) è che i veri responsabili di questa vergogna nazionale, con la loro espressione da impuniti, dichiarano di voler resistere in trincea.
Ma questa trincea, pur avendo analoghe drammatiche affinità, non è Caporetto. È una trincea dove non alberga dignità alcuna. Non c’è Ernest Hemingway a raccontarla. È semplicemente una fossa dove seppellire incapacita’, collusione, corruzione e nefandezze varie.
All’estero l’immondizia napoletana ha contaminato anche l’immagine italiana. Dicono che agenzie turistiche se ne approfittano per inviare turisti altrove ed avere così profitti maggiori.
Da qualsiasi punto di vista si vuol vedere la cosa fa male a tutti.
I veri napoletani sono mortificati.
Popolo di autentici maestri dell’ironia, sono incapaci di riderci su, di sdrammatizzare, tanto il problema è grave e sentito.
La splendida geniale maschera che vive in ognuno di loro, il Pulcinella ironico e capace di ogni soluzione, è gravemente ferito.
In alcuni casi, irrimediabilmente deceduto.
Francesco Giubilei