«Siamo un partito anarchico, perché su questioni di etica e morale, ad esempio, noi lasciamo la libertà di coscienza in tutte le situazioni». Ho apprezzato molto queste parole di Berlusconi. Io non parlerei tanto di partito “anarchico” quanto, semplicemente, di partito “liberale”, ma a mio avviso il tono e il contenuto sono quelli giusti.
Dietro questa posizione, infatti, da una parte c’è la consapevolezza che su questi temi esistono, non solo tra i politici ma soprattutto tra gli elettori di centrodestra, una molteplicità ed una ricchezza di posizioni che non sarebbe opportuno mortificare. Dall’altra che sarebbe una presunzione fatale quella di assegnare al Governo il compito di imporre a tutti una propria visione “etica” con il rischio di arrivare ad uno statalismo etico. Veltroni ha bollato come reticente questa posizione, forse per un riflesso caro al PCI, quello che il partito dovesse offrire una risposta su tutto; magari di mediazione, ma una risposta univoca.
Casomai deve essere il Parlamento, nella piena libertà di coscienza di ciascun parlamentare indipendentemente dallo schieramento, la sede più propria per un confronto sui temi etici, sempre, a mio avviso, nella consapevolezza che i legislatori devono essere assai prudenti nello stabilire a maggioranza ciò che è “giusto” e devono essere il più possibile rispettosi dell’autonomia della coscienza dei singoli.
Il PDL si ispira al Partito Popolare Europeo, anzi, ne è parte costitutiva. Ma nessuno deve pensare che le posizioni del PPE siano sempre e solo conservatrici: la campagna elettorale di questi giorni del leader dei Partido Popular Rajoy, lo sfidante di Zapatero, evidenzia come anche dentro il Partito Popolare Europeo vi siano posizioni di grande apertura e tolleranza sulle questioni cosiddette eticamente sensibili. Rajoy, ad esempio, ha detto sulla questione delle coppie omosessuali che la sua posizione è contraria all'uso del termine matrimonio, ma non al pieno riconoscimento giuridico delle coppie: un altro termine, ma la stessa sostanza.
Benedetto Della Vedova
(da 'l Gazetin, marzo 2008
da oggi in edicola in Valtellina e Valchiavenna)