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Lorenzo Forcieri. “Capriccio di un guerrafondaio?” 
Il sottosegretario alla Difesa risponde alla Sen. Menapace. Utile un convegno di approfondimento sul concetto di difesa
Il sottosegertario sen. Giovanni Lorenzo Forcieri
Il sottosegertario sen. Giovanni Lorenzo Forcieri 
05 Marzo 2008
 

Mi sono imbattuto, navigando su Internet, in un articolo firmato dalla senatrice Lidia Menapace e pubblicato sulla rivista on line Tellusfolio.

Lidia Menapace mi “attacca” politicamente per una serie di dichiarazioni che avrei fatto in occasione della 281ª Seduta del 26 febbraio, la penultima del Senato in questa Legislatura, nella quale è stato approvato il rifinanziamento delle missioni internazionali. La senatrice, che mi definisce come un «guerrafondaio oggi libero di dispiegare tutto il suo militarismo» per «essere favorevole ad adeguare la Costituzione italiana per fare un nuovo modello di difesa ed essere fra i primi in Europa a fare il balzo verso un armamento più pesante e un addestramento più aggressivo».

Non c’è niente di più falso e infondato di queste affermazioni che non ho mai pronunciato né in quella né in altre sedi, e che non corrispondono affatto al mio pensiero e al mio agire politico. Quella della Menapace è una libera e fantasiosa interpretazione di ciò che io ho detto; per questo invito la senatrice e tutti i suoi lettori a rileggere il mio intervento pubblicato nei resoconti parlamentari e disponibile su internet e sfido chiunque a trovare traccia dei concetti che mi sono stati attribuiti in quello come tutti in miei interventi dentro e fuori dal parlamento. Penso che solo un grave abbaglio o un clamoroso equivoco possano averla indotta ad attribuirmeli.

Con la senatrice Menapace ho condiviso momenti di impegno e battaglie importanti - come quella nella commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito, istituita su mia iniziativa - anche se talvolta, su questioni più generali, ci siamo trovati su posizioni più distanti. Tuttavia ho sempre avuto per lei stima e rispetto politico. Ma le accuse a me rivolte, particolarmente quella di essere un guerrafondaio, mi offendono umanamente e politicamente e le chiedo di meditarle, verificarle e riconsiderarle. Io sono a parole e con i fatti uno strenuo sostenitore del pacifismo attivo e dell’impegno internazionale che la costituzione prevede come un nostro obbligo al servizio della legalità internazionale.

Le norme costituzionali in materia di difesa vanno benissimo così come sono e nessuno, tantomeno io, si è mai sognato di proporne la modifica. Quanto allo strumento militare, io ho solo detto che esso dovrà essere ridimensionato nei numeri e ammodernato nelle dotazioni affinché sia più efficiente e interoperabile. Disporre di capacità militari adeguate ai nostri obblighi internazionali, specie verso i bisogni di paesi e popoli che vivono drammatiche crisi politiche o umanitarie, non è il capriccio di un guerrafondaio; è una necessità inderogabile affermata a più riprese dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in solenni circostanze pubbliche. Ed è anche l’unico modo di attrezzarsi per attuare la nostra costituzione, non certo per aggirarla o modificarla.

 

Comunque, Lidia Menapace mi ha involontariamente offerto l’occasione di trovarmi d’accordo con lei su un’altra questione: anch’io sostengo da tempo la necessità, anche se forse per ragioni opposte, di organizzare un convegno o avviare comunque una discussione seria e approfondita in merito al concetto di difesa, alle sue implicazioni e alle sue tante interpretazioni, molte delle quali purtroppo ancora distorte, a mio parere, da un ideologismo preconcetto. L’esigenza di progredire in una cultura politica della difesa che sia immune da ingiustificati complessi ma anche da tabù, e la necessità di fissare punti di riferimento il più possibile saldi, stabili e condivisi, sono state poste con grande chiarezza e autorevolezza da Arturo Parisi in un suo contributo su Repubblica del 4 marzo scorso. Con il ministro della difesa Parisi, in questa esperienza di governo non lunga ma intensa, ci siamo sempre trovati in grande sintonia morale e politica; nelle sue parole mi riconosco pienamente, e non penso che ci sia nessuno che possa azzardarsi a considerare tali posizioni come quelle di un guerrafondaio.

 

Lorenzo Forcieri

Sottosegretario alla Difesa


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