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“Famiglia Cristiana”. I risultati di un sondaggio sul numero in edicola e attacco all'intesa Pd/Radicali sul prossimo 
Quotidiani e tv seguono il confronto
27 Febbraio 2008
 

Gli eloquenti dati

di un sondaggio
di Famiglia Cristiana

 

Per comprendere il vero motivo per cui gente come Bindi, Binetti, Bobba, Castagnetti, Fioroni manifestano reazioni sempre più scomposte e affannate nei confronti dell’accordo tra radicali e Partito democratico non c’è bisogno di avventurarsi in arcane dietrologie. Basta soltanto leggere i dati del sondaggio Coesis Research - Famiglia Cristiana effettuato su un campione selezionato di 505 soggetti rappresentativi dei cattolici italiani e pubblicato nel numero del 28 febbraio del diffuso settimanale.

Alla domanda se si ritiene che un cattolico possa votare uno schieramento comprendente anche il Partito Radicale (si noti, tra l’altro, il solito equivoco tra Radicali Italiani e Partito Radicale, ndr), il 40% degli interpellati ha risposto positivamente, il 25% non ha espresso giudizio, il 35% si è detto contrario.

Andiamo avanti. È stato chiesto se si giudica positivamente la presentazione di una lista come quella della Rosa Bianca. Il 38% ha risposto di no, il 36% di non sapere, il 27% si è pronunciato favorevolmente.

Ma la ciliegina arriva con il quesito su quali dovrebbero essere le priorità da affrontare nei primi cento giorni della nuova compagine governativa. Solo il 7% ha pensato alla revisione della legge 194 sull’aborto e il 5% ad una nuova legge maggiormente severa sulla droga. Il 3% si è addirittura spinto a ipotizzare una legge sulle coppie di fatto (Dico).

Su una graduatoria di quattordici temi, quelli che tanto preoccupano la destra clericale e la componente inciliciata della sinistra occupano gli ultimi posti. Il più gettonato (75%) è risultato l’aumento dei salari, seguito (50%) dalla riduzione del numero dei parlamentari e (44%) dalla riduzione delle tasse alle famiglie con figli.

Dicono qualcosa o no queste percentuali? A noi sì e molto.

Confermano, ad esempio, che i radicali costituiscono una spauracchio per le gerarchie vaticane e per coloro che ricorrono al cattolicesimo come pretesto politico ma non per la stragrande maggioranza dei credenti.

E, ancora, che i cattolici, contrariamente alle intenzioni dei vertici ecclesiastici, non sono affatto un gregge eterodiretto, manovrato a proprio piacimento da Oltretevere e dagli assoggettati chierici. I cattolici, al cui decisivo contributo si deve la legalizzazione, cioè la sottrazione all’infame clandestinità, di divorzio e aborto, non vogliono sentirne parlare della revisione in chiave proibizionista, punitiva, criminogena della 194 o di peggiorare l’attuale già restrittiva normativa sulla droga, ritenendo, invece, maggiormente importante, perché incidente sulla quotidianità, un riequilibrio della preoccupante precarietà economica.

Stando così le cose, non è difficile evincere che non dei radicali i sepolcri imbiancati hanno realmente timore ma di quella parte che si arrogano di rappresentare e che, invece, è molto più libera e avanzata di quanto si possa immaginare.

 

Francesco Pullia

 

 

Non sono forse, queste, pretese totalitarie?

(da una nota di agenzia letta a Radio Radicale)

 

L'attacco all'intesa tra Pd e Radicali, dice Marco Pannella dopo l'affondo di Famiglia Cristiana e l'offensiva del mondo cattolici, «dolorosamente ci inorgoglisce». Il leader radicale chiede poi alle «massime autorità dello Stato» di dire se queste posizioni non siano «una realtà che si manifesta come pretesa totalizzante e totalitaria».

Pannella sottolinea che «i Radicali italiani sono meno di 2.000, hanno un solo eletto in un municipio romano su oltre 350.000 eletti che gli altri partiti cumulano in Italia. I 9 radicali che potrebbero essere nominati fra i quasi 1.000 che contano Senato e Camera - aggiunge - dovrebbero a quel che sentiamo essere sottoposti a vincoli di mandato non proprio costituzionali e legittimi. Contro questi Radicali si scatenano in poche ore Famiglia Cristiana, la stampa vaticana, il Pontefice e cardinali in tutti i tg, criminalizzando le idee favorevoli all'eutanasia di Luca Coscioni, di Pier Giorgio Welby e di Umberto Veronesi».

«Vorrei rispettosamente ma pubblicamente sperare» è l'invito di Pannella «che le massime autorità della Repubblica ci dicano se non ci si trova dinanzi ad una realtà che si manifesta come a pretesa totalizzante, totalitaria. Siamo considerati e trattati come metastasi del tumore che minaccerebbe la vita non solo del nostro Paese ma ovunque nel mondo».

«Solo questo è un bilancio che dolorosamente ci inorgoglisce, perché», osserva Pannella, «ci si tenta di eliminare, ormai anche fisicamente come immagine, in attesa di una più completa opera di disinfezione sociale. La nostra nonviolenza laica in realtà rappresenta la sola alternativa ad un potere impotente che per tranquillizzarsi illusoriamente ritiene possibile e necessario dominare abolendo il diritto del nostro popolo a conoscere per deliberare, a non essere unicamente costretto a ratificare le nomine istituzionali come correzione della Costituzione e della democrazia».

 

 

(da Notizie radicali, 26 febbraio 2008)


Foto allegate

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