Mi avvicino in punta di piedi in questo momento per esprimere la mia vicinanza alle famiglie dei tre ragazzi deceduti nell'incidente di martedì in Valchiavenna. Sono un prete giovane e in questi ultimi anni ho accompagnato diversi ragazzi giovani in momenti così tragici. So quanto valga il silenzio in questi casi, so quanto mi aiuti la mia fede, piccola, povera ma autentica.
Tante domande, interrogativi, tanta rabbia e disperazione.
Un po' di speranza resta, è alla base della nostra vita a guardare a quella Vita che non muore mai.
Penso che tutti debbano fermarsi un momento a riflettere. Fermarsi però!
La vita e la morte ci passano accanto troppe volte con indifferenza.
Fermiamoci, diamo un senso a ciò che viviamo, anche e soprattutto al più piccolo gesto di amore che ogni giorno possiamo vivere.
Non sarà mai abbastanza forse ma ci aiuta a tenere viva quella speranza che deve animare, sostenere questi momenti.
Il dolore è forte, acuto, indicibile ma la forza della Vita lo è ancora di più.
Dio ci parla anche così. Ci arrabbiamo con Lui ma quando davvero ci ricordiamo di Lui?
Forse un passo in più dobbiamo farlo.
Lasciamoci raggiungere cari ragazzi e giovani dalla sua parola di vita, che dice qualcosa di vero, autentico alla nostra vita.
Che cosa vale veramente nella nostra vita, cosa?
Per cosa vale spendere la propria vita? Per cosa?
Io cerco di capirlo ogni giorno nel dono semplice di una vita spesa per gli altri sostenuta da un amore grande che è quello di Dio nei miei confronti.
Pensiamoci un po' tutti...
Aggiungo un ricordo pieno di affetto e preghiera per i genitori e i familiari di Elia, Giacomo e Michel e un silenzio pieno di rispetto ma carico di domande.
Don Francesco, vicario di Morbegno