In base al diritto europeo gli Stati membri non possono espellere o rifiutare lo status di rifugiato alle persone omosessuali senza tenere conto del loro orientamento sessuale, delle informazioni sulla relativa situazione nel paese di origine, ivi comprese le disposizione legislative e regolamentari e il modo in cui sono applicate. Inoltre gli Stati UE devono garantire che il personale incaricato di esaminare le domande di asilo e decidere in merito «disponga di informazioni precise ed aggiornate provenienti da varie fonti, quali l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR)».
Questo è quanto la Commissione europea chiarisce in risposta alla interrogazione che ho depositato assieme a colleghi di tutti i gruppi politici al Parlamento Europeo, in merito al rifiuto opposto dalla Grecia di riconoscere come rifugiato un gay iraniano. La Commissione afferma inoltre che è necessario «prendere seriamente in esame il codice penale iraniano e la sua applicazione pratica, nonché il possibile coinvolgimento di responsabili non statuali della persecuzione», e riconosce che è consapevole del fatto che «in Iran l'omosessualità consensuale tra adulti è perseguibile... e che sia stata comminata la pena di morte» per questo.
La Commissione europea lancia insomma un chiaro monito agli Stati membri: essi devono proteggere le persone omosessuali dalle persecuzioni e dalla morte nel loro paese di origine, attribuendo loro lo status di rifugiato, come previsto dal diritto europeo.
Marco Cappato
Eurodeputato radicale