Il giorno 14 febbraio ho partecipato all’inaugurazione della mostra allestita alla Biblioteca Medicea Laurenziana, “La forma del libro. Dal rotolo al codice, secc. III a.C.-XIX d. C.” e ne propongo ai lettori una breve recensione con l’invito a visitarla a chi coltiva l’amore per la papirologia, a chi ama conoscere il libro nelle sue fasi evolutive, a chi ama approfondire la conoscenza dei codici e dei papiri, alle scolaresche.
La mostra è un viaggio a ritroso nel tempo con materiali, scritture e disegni che guidano il visitatore verso la forma del libro che tutti conosciamo.
Come ha riferito la direttrice della Biblioteca, Franca Arduini, che ha presentato la mostra nella suggestiva Tribuna D’Elci, con Maurizio Fallace, direttore generale per i Beni librari e Armida Batoni, direttore dell’Istituto centrale di Patologia del libro, non è stato semplice selezionare i pezzi più rappresentativi nel prezioso patrimonio librario che la Biblioteca possiede; la scelta ha privilegiato 40 manufatti che la mostra presenta suddivisi in due sezioni.
La prima sezione contiene alcuni pezzi provenienti dalla preziosa “Raccolta dei papiri” laurenziani: dai rari ostraca e frammenti di rotoli di papiro a contenuto letterario, giuridico, liturgico, amministrativo, alle tavolette lignee, cerate e plumbee, ai codici di papiro e di pergamena fino al frammento di un codice in pergamena del IV secolo d.C.
Apre la mostra un ostracon (coccio), su cui un ignoto scolaro del II sec. a.C. trascrisse i versi di un’ode di Saffo.
I manufatti, nella loro specificità e nell’insieme, diventano strumenti per conoscere gli stili di vita dell’epoca come attesta la tavoletta di piombo che riporta un testo in lingua greca, attribuibile per la scrittura al III-IV secolo d.C, in cui si invoca una divinità che riunisce in sé le attribuzioni di Artemide-Hecate e Persefone forse per un incantesimo d’amore.
La seconda sezione raccoglie manoscritti, scelti, in quanto rappresentativi del rapporto fra l’uso e la forma del libro nel mondo occidentale rapportabile, per quanto è stato possibile, a quello orientale; frammenti, dai margini smembrati che ricordano la misura quadrata o rettangolare delle pagine dei nostri libri con il numero progressivo, frutto del lavoro degli amanuensi; testi monumentali arricchiti da pregevoli e preziose miniature come i due volumi della cosiddetta Bibbia di Santa Maria del Fiore e testi piccoli ma pregevolissimi come la Bibbia “da mano”, manoscritto di piccolo formato, la cosiddetta “Bibbia di Marco Polo” perché seguì il viaggiatore in Cina e con lui ritornò.
Tante sono le curiosità: il Libro di preghiere e lunario, di dimensioni ridottissime; il Libro di Ester; un rotolo pergamenaceo, fissato a un bastoncino in legno di bosso per agevolarne la lettura (da destra verso sinistra); un manoscritto che costituisce un esempio di rotolo magico etiope, da leggersi per la sua tipologia dall’alto verso il basso e tra gli altri: Dante Alighieri, Commedia; Boezio, De consolatione philosophie e solo per citarne alcuni; chiudono la mostra, un rotolo dipinto cinese su cui è raffigurato il viaggio oltre frontiera di una concubina imperiale e un rotolo giapponese di tarda epoca Edo (1603-1867), costituito da più fogli di carta giapponese giustapposti, da leggersi procedendo da destra verso sinistra.
Il rotolo reca disegni eseguiti a pennello con la tecnica dell’acquerello, nei quali Giovanni Peternolli ha riconosciuto il tema della gara fallica, un motivo tipico dell’umoristica erotica giapponese elaborato nel secolo XI.
Il rotolo è stato acquistato dalla Biblioteca nel 1982.
Notizie ricavate in seno alla presentazione e dal catalogo illustrativo.
La recensione non è esaustiva di tutto il materiale ma solo indicativa dato che si pone come invito a visitare la mostra per ricavarne risposte alle molteplici curiosità che essa suscita, per avvicinare gli studenti a questo mondo spesso troppo lontano da loro e incuriosirli con la visione di manufatti preziosi per la scrittura, il formato, i materiali impiegati (un video interessantissimo ne illustra le peculiarità), e rispondere a una serie di quesiti:
Quando nasce il libro?
A quali usi era destinato?
Con quali materiali veniva prodotto?
Che cos’è la “Papirologia?
Che cos’è un “Codice”?
Dove venivano prodotti i fogli di papiro? E la pergamena? Chi ha custodito il testo antico?
Quanti ne possiede la Biblioteca Medicea Laurenziana?
E la scrittura demotica? E l’alfabeto copto?
La mostra risponde a queste e ad altre curiosità supportata da didascalie che accompagnano il visitatore come un racconto, unitamente alle indicazioni riportate con chiarezza inerenti i singoli manufatti e per la sua specificità si pone come strumento didattico interdisciplinare; un richiamo per gli specialisti, un mezzo per viaggiare nel passato, un’ampia informazione su una realtà fruibile proprio grazie al lavoro di tutti coloro che si sono prodigati per la sua realizzazione.
La mostra offre altresì l’occasione per visitare i luoghi michelangioleschi e l’intera biblioteca, di per sé un condensato di cultura e di memoria storico-letteraria se solo ci si sofferma pazientemente a leggere tutto ciò che custodisce e ci si lascia catturare dall’ampio scalone, da cui ad essa si accede, originariamente pensato da Michelangelo in legno di noce ed eseguito in pietra serena nel 1559 da Bartolomeo Ammannati su un modello dello stesso Buonarroti; dalle bellissime vetrate; dalla cosiddetta Tribuna D'Elci, il cui progetto fu affidato all'architetto Pasquale Poccianti (1774-1858).
La mostra
“La forma del libro- Dal Rotolo al Codice (secoli IIIa.C.-XIXd.C.)”
resterà aperta dal 14 febbraio fino al 31 luglio.
Piazza San Lorenzo 9, Firenze
da domenica a venerdì, ore 9-13:30, sabato chiuso.
Ingresso 5 euro compresa la basilica di San Lorenzo;
3 euro solo l’area michelangiolesca della Biblioteca Medicea Laurenziana.
Info. 055 290184.
Catalogo Mandragora.
Note aggiuntive:
La Biblioteca Medicea Laurenziana è una delle principali raccolte di manoscritti al mondo. La Biblioteca conserva oggi all'incirca 11.000 manoscritti, 2.500 papiri, 566 incunaboli,1.681cinquecentine e circa 120.000 edizioni a stampa (dal XVII al XX secolo), nonché la maggiore collezione italiana di papiri egizi. Vi si accede dai chiostri della Basilica di San Lorenzo a Firenze; il nome Laurenziana Medicea deriva dal fatto di essere nata dalle collezioni librarie di membri della famiglia Medici.
Il nucleo della collezione libraria proviene dalle raccolte private dei Medici, per cui numerosissimi manoscritti furono copiati, spesso di pugno da umanisti del calibro di Pico della Mirandola, Coluccio Salutati, Poggio Bracciolini, Marsilio Ficino e Niccolò Niccoli. Molti furono sfarzosamente miniati e rilegati. La raccolta, circa 2.500 papiri, inconsueta presenza per una biblioteca italiana, è il risultato delle campagne di scavo italiane in terra d'Egitto, i cui reperti non cartacei sono esposti in larga parte nel Museo Egizio, una sezione del Museo Archeologico Nazionale di Firenze.
Anna Lanzetta