È in corso un digiuno di dialogo verso il ministro della Salute, per sollecitare il ministro ad emanare urgentemente il decreto di aggiornamento delle linee guida della legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita, un atto dovuto nei confronti dei pazienti e delle cliniche di fecondazione assistita, un atto possibile anche nella fase in cui le Camere sono sciolte e il Governo e' dimissionario, ma che resta in carica per gestire il disbrigo degli affari correnti.
Il nostro ministro purtroppo ha un comportamento schizofrenico su queste materie, perché pur se il suo compito istituzionale è di applicare le leggi, invece di impegnarsi in questo senso va invece in piazza a manifestare come fa oggi per la legge sull'aborto a Napoli: a me risulta che i ministri non debbano chiedere l'applicazione delle leggi a furor di popolo ma debbano essi stessi applicarle. Ma, siccome non sono pochi i motivi che imporrebbero al ministro Livia Turco di non temporeggiare e di prendere questa decisione, con i miei colleghi deputati radicali-Rnp glielo abbiamo ricordato con una interpellanza in cui rileviamo che:
- la legge n. 40/2004 prevede che le linee guida siano aggiornate periodicamente, almeno ogni tre anni;
- questo termine risulta ampiamente scaduto e il ministro ha preannunciato di avere già acquisiti i pareri tecnici dell'Istituto superiore di sanità e del Consiglio superiore di sanità;
- siccome il divieto della diagnosi preimpianto e l'impianto obbligatorio dei tre embrioni non sono presenti nella legge ma nelle sue attuali linee guida, il ministro può tener conto anche delle sentenze dei tribunali di Cagliari e Firenze che, nel nome del principio costituzionale della tutela della salute, hanno disposto che i medici potevano praticare la diagnosi preimpianto nonostante le linee guida lo escludessero;
- la recente sentenza Tar 398/2008 ha annullato le linee guida perché illegittime per eccesso di potere e pertanto disapplicate; non solo ma anche perché contrarie alla stessa legge 40/04 che secondo l’interpretazione dei giudici amministrativi consentirebbe anche l’indagine genetica sull’embrione.
E per questo chiediamo quali provvedimenti il ministro intenda prendere.
Donatella Poretti